Famiglia

Adozioni e scuola: per le mamme ci vuole una SPA

L'ingresso nella scuola è una tappa nuova della vita delle famiglie adottive, con molte opportunità ma anche criticità. Per le mamme sono tanti i dubbi e le aspettative. Il Ciai propone un percorso in tre sabati mattina, dedicato alle mamme adottive con figli tra i 6 e gli 11 anni, in cui prendersi cura di sé e del proprio vissuto. Per un sostegno post adottivo personalizzato ed empatico... come una spa

di Sara De Carli

Il Sostegno Post Adottivo? Perché non pensarlo come una SPA? Gioca con questo acronimo il nome dato al percorso dedicato alla mamme adottive – con adozione nazionale o internazionale – proposto dal Ciai. Tre sabati mattina di conforto e supporto, calore, semplicità, condivisione, coccole: tutto tra mamme.

«Il nome richiama esplicitamente al fermarsi un attimo e dedicare del tempo a prendersi cura di se stessi. È un percorso che ho seguito qualche anno fa, quando il mio primo figlio era arrivato da circa un anno e per me è stato molto importante»: così racconta Sara, che con il Ciai ha adottato in tempi diversi due bambini in Colombia. La nuova edizione della “SPA delle mamme” partirà sabato 19 febbraio, dalle 9.00 alle 11.00, su piattaforma Zoom. La SPA è aperta a tutte le mamme adottive i cui figli abbiano oggi tra i 6 e gli 11 anni e il focus sarà legato proprio sulle sfide, opportunità e criticità connesse alla scuola. A guidare gli incontri saranno due psicologhe e psicoterapeute di Ciaipe, il Centro Psicologico e Educativo di Ciai, con una lunga esperienza in questo campo: Giovanna Beck e Carla Miscioscia.

Ma torniamo al racconto di Sara. «Innanzitutto è bello che ci sia un momento dedicato alle mamme: la figura della mamma è molto chiamata in causa nell’adozione, con un legame ambivalente perché nel vissuto del figlio l’abbandono è stato principalmente da parte della mamma. Nella preparazione all’adozione viene spiegato che saremo il catalizzatore di tutte le cose che il bambino ha vissuto, ma quando ci sei dentro è un’altra cosa», confessa. «Le aspettative sull’essere mamma sono altissime e quando sei mamma adottiva è ancora peggio, devi dare il meglio di te e se hai adottato devi dare il meglio due volte: hai tanto desiderato quel figlio, l’hai tanto atteso, hai fatto tanto… e quando lui è qui non puoi permetterti di sentire che le cose non vanno bene, di sentirti infelice. Invece è proprio quello che è successo a me», dice Sara.

Il suo primo figlio è entrato in famiglia a due anni e mezzo: «Era perfetto, l’ho amato infinitamente da subito. Ma il fatto di non essere inizialmente corrisposta da lui mi ha mandato in crisi. Lui mi metteva continuamente alla prova, non vedevo l’ora che la sera mio marito tornasse… Per me è stato liberatorio poter confessare questo vissuto, il mio sentirmi inadeguata e il mio chiedermi “ma perché non sono felice?”. Nel confronto con le altre mamme ho scoperto di non essere una marziana, ci siamo confessate l'una all'altra ciò che non osavano confessare a nessuno e cioè che soffrivamo così tanto con questi figli così meravigliosi».

Il figlio di Sara oggi ha 12 anni e in famiglia è arrivato un altro fratello. «Se guardo indietro mi sembra impossibile che il nostro legame abbia così stentato a partire. Quel percorso è stato importantissimo per capire che non succede solo a te, per riportarmi allo stare nella situazione e dare tempo al tempo e soprattutto per aiutarmi a guardare le cose dal punto di vista di mio figlio. L’adozione ha bisogno di essere accompagnata da esperti che ne conoscano a fondo le dinamiche specifiche».

Rispetto alla scelta di focalizzaarsi in questa edizione sulle mamme con figli tra 6 e 11 anni e quindi sulla scuola, Carla Miscioscia spiega che «l'arrivo di un figlio in famiglia, con l'adozione, avviene spesso in età già scolare e comporta la valutazione immediata di decisioni delicate, prima tra tutti quella del percorso scolastico. Comprendere come orientarsi per il benessere dei propri figli può scontrarsi con giudizi e pressioni del contesto esterno, generando dubbi e insicurezze. In queste dinamiche le mamme assumono un ruolo centrale e sono chiamate a coniugare più fronti: familiare, lavorativo, amicale-sociale». Per Giovanna Beck «essere mamme è un compito che dura tutta la vita e che si esprime in modi nuovi e diversi: l'età scolare rappresenta un periodo di nuove opportunità e di sfide. L'ingresso alla scuola primaria, lo sviluppo di amicizie e il confronto con più contesti sociali, la scoperta di modalità rinnovate di stare vicini ai figli sono solo alcuni dei passaggi che caratterizzano questo tempo».

Photo by Nathan Dumlao on Unsplash

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