Salute

Le date della battaglia per l’accesso dei farmaci anti Aids in Sudafrica

Ecco le sue fasi più importanti.

di Carlotta Jesi

La battaglia per l?accesso ai farmaci in Sudafrica è iniziata 5 anni fa. Ecco le sue fasi più importanti. La legge di Mandela Nel 1997 il presidente del Sudafrica, Nelson Mandela approva il Medecines act. Una legge che, per ragioni di salute pubblica e periodi limitati di tempo, permette al suo Paese di produrre farmaci generici senza pagare i diritti di brevetto e di importarli dai Paesi poveri che li vendono a prezzi più bassi di quelli imposti dalle multinazionali occidentali. Big Pharma attacca Nel 1998, un cartello di 39 multinazionali che vendono farmaci anti Hiv in Sudafrica blocca l?attuazione del Medecines act sostenendo che viola i diritti sui brevetti dell?Organizzazione mondiale del commercio. La decisione ha effetti disastrosi: negli ultimi tre anni, 400mila sudafricani malati di Aids che avrebbero potuto essere salvati sono morti per mancanza di medicine. Le ong in tribunale Il 5 marzo 2001 il processo contro il Medecines act di Mandela arriva di fronte alla Corte di Pretoria. Le 39 multinazionali cercano di bloccarlo per sempre, ma il 7 marzo la Corte frena la loro euforia: accogliendo una richiesta della società civile africana, invita le 39 aziende a provare perché i loro farmaci anti Aids costano così tanto. Le multinazionali chiedono 4 mesi di tempo per raccogliere le prove, ma il giudice concede loro tre settimane aggiornando il processo al 18 aprile. Il 19, bombardate di critiche dalla società civile di tutto il mondo e dall?Unione europea, le multinazionali ritirano le accuse contro il Sudafrica. È la prima vittoria dei sieropositivi africani e delle ong, Medici senza frontiere e Oxfam in testa, che sostengono la campagna per l?accesso ai farmaci nei Paesi poveri. Doccia fredda Il 14 maggio 2001 il ministro della Salute del Sudafrica dichiara al quotidiano inglese Guardian quello che, nonostante la vittoria del processo di Pretoria, il Paese non produrrà farmaci generici anti Hiv e non li importerà da altri Paesi in via di sviluppo. Il motivo? I farmaci costano ancora troppo e il Sudafrica non ha le strutture per distribuirli: preferisce concentrarsi a curare le infezioni legate all?Aids. Di nuovo in tribunale In giugno gli attivisti della Treatment action campaign, capitanati da Zackie Achmat, trascinano il governo del Sudafrica davanti al giudice con l?accusa di non distribuire alle donne gravide la Nevirapina: un farmaco che diminuisce del 50% la trasmissione del virus Hiv da mamma a neonato. Condannato dalla Corte suprema di Pretoria, il 12 gennaio il governo chiede alla Corte Costituzionale di invalidare la sentenza. La questione non si è ancora risolta, ma medici e ong continuano a distribuire la Nevirapina contro le indicazioni del governo. Il fondo di Annan Il G8 di Genova si avvicina, e i leader dei Paesi industrializzati fanno a gara per proporre fondi di solidarietà contro l?Aids in Sudafrica. In Italia, Vincenzo Visco propone il Genoa trust fund for health care invitando le più grandi aziende del mondo a stanziare 500mila dollari l?una. Da New York, il segretario generale dell?Onu, Kofi Annan, gli risponde battezzando il Fondo globale per la lotta all?Aids, la tubercolosi e la malaria. Annan chiede 8 miliardi di dollari, ne ottiene 1,7. Nel board del fondo, che ha sede a Ginevra e ha tenuto la sua prima riunione operativa il 29 gennaio 2002, siedono anche due donne affette da Hiv. La vittoria di Doha 13 novembre 2001: la battaglia per l?accesso ai farmaci approda a Doha, sede del summit sul Wto. E incassa un?altra grande vittoria: i Paesi membri dichiarano che «niente, negli accordi del Wto sulla proprietà intellettuale, può impedire ai Paesi membri di prendere misure che garantiscano la salute pubblica». E cioè di produrre farmaci generici ignorando i brevetti che li proteggono o di importarli da Paesi poveri che li vendono a prezzi più bassi di quelli imposti dalle multinazionali farmaceutiche.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA