Non profit

Le grandi sigle europee della solidarietà/4. L’Airc

L’associazione che l’Europa c’invidia. Campioni anticancro

di Benedetta Verrini

Impossibile non riconoscerne il logo: un microscopio in primo piano, sullo sfondo un sole nascente. Impossibile non aver voglia di comprare, ogni anno, le azalee della ricerca, in occasione della festa della mamma. O ascoltare speranzosi, nella Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, le nuove conquiste raggiunte. Forse, nessun?altra grande associazione è entrata come l?Airc nel nostro quotidiano. Nessun?altra si è guadagnata, in Italia, un rispetto così diffuso tra la gente. Perché la mission dell?Associazione italiana per la ricerca sul cancro è, da 36 anni a questa parte, quella di stare in prima linea per finanziare gli scienziati nel lavoro di ricerca. Un impegno, pazientemente imbastito da tanti volontari e sostenitori, che ha trasformato l?Airc in un colosso da oltre 35 milioni di euro all?anno, tutti provenienti da donazioni di privati. Insieme con la Firc-Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (che è sua ?gemella? nella missione di sostegno alla ricerca), oggi l?Airc è infatti diventata il principale polo privato di finanziamento per la ricerca sul cancro in Italia, coprendo il 36% della spesa globale. L?ultimo successo E i risultati si vedono: l?ultima scoperta, in ordine di tempo, è della settimana scorsa. Un gruppo di ricercatori italiani dell?Istituto europeo di oncologia di Milano, guidati dal professor Giuseppe Pelicci, è riuscito a ricostruire l?origine dei tumori. La ricerca, appena pubblicata su Science (la ?bibbia? internazionale dei ricercatori), è considerata dalla comunità scientifica come un grande successo nel settore dell?oncologia molecolare. «è una pietra miliare, un importante tassello di quel gigantesco puzzle che è la ricerca sul cancro», dice Maria Ines Colnaghi, direttrice scientifica dell?Airc. «D?altra parte, nel corso di questi anni, ogni scoperta è stata un contributo prezioso nella strategia di lotta a questo male, che non è uno solo, ma migliaia. Purtroppo, la ricerca non ha lo stesso passo della malattia: le scoperte di oggi serviranno ai malati di domani, che potranno avvalersi di cure sempre più specifiche e intelligenti». Ma già oggi, ricorda la Colnaghi, tantissimi malati si salvano grazie alle ricerche perfezionate vent?anni fa: «Un esempio per tutti: la quadrantectomia, sperimentata dal professor Veronesi e dal professor Bonadonna, oggi è in tutto il mondo il quadro terapeutico per la cura del carcinoma mammario, e risparmia alle pazienti una chirurgia devastante e demolitiva. Quando ho iniziato a occuparmi di tumori, negli anni 60, l?Istituto dei tumori di Milano era definito ?il lazzaretto?, perché quasi la totalità dei ricoverati non sopravviveva. Oggi il 50% dei pazienti si salva e la speranza di vita è destinata a crescere. I passi fatti sono stati enormi: le leucemie acute dei bambini, ad esempio, che avevano indici minimi di guarigione, oggi vengono debellate nel 60% dei casi». Veronesi, il «guru» Torna e ritorna il nome del professor Umberto Veronesi, scienziato, grande artefice dell?Airc, instancabile ambasciatore della causa della ricerca. «Nel 1965, da giovane ricercatore all?Istituto dei tumori di Milano, ha dato la spinta propulsiva al primo nucleo dell?associazione, coinvolgendo alcune famiglie come i Pirelli, i Falck e alcune banche milanesi » spiega il professor Sergio Salomoni, che è assistente di Jacopo Vittorelli, attuale presidente Airc. «In quei primi anni, il denaro raccolto venne destinato all?Istituto dei tumori di Milano. In seguito, con la formazione dei comitati regionali (oggi ce ne sono 17), i finanziamenti si sono allargati a tutte le realtà (istituti scientifici, laboratori universitari, ospedali) italiani meritevoli di sostegno». Nei 36 anni di attività sono stati distribuiti complessivamente oltre 300 milioni di euro in tutta Italia, i soci Airc sono diventati 1 milione e 700mila. La raccolta annuale, nel 2001, ha consentito la distribuzione di circa 25 milioni di euro a 386 progetti di ricerca, selezionati secondo rigidi criteri di trasparenza. E per valorizzare ulteriormente la ricerca, l?Airc e la Firc finanziano borse di studio per i giovani ricercatori più brillanti, che possono così recarsi all?estero per fare ?superstages? di specializzazione. «Ci preoccupiamo del ritorno dei grandi cervelli italiani dall?estero» dice la Colnaghi. «Grazie a progetti specifici, detti ?New unit start up grant?, li abbiamo aiutati a rientrare in Italia e a realizzare propri gruppi di ricerca, che stanno dando risultati grandiosi». Risultati che vanno alimentati in continuazione, attraverso l?accreditamento presso i donatori. «Per noi è fondamentale l?opera di comunicazione sui risultati ottenuti. In pubblicità spendiamo ogni anno il 2,5% della raccolta; il 10% è necessario per la copertura dei costi strutturali e del personale; la restante parte va tutta alla ricerca». Il megalaboratorio L?Istituto Firc di oncologia molecolare è il fiore all?occhiello delle attività promosse dall?Associazione per la ricerca sul cancro. Unico nel suo genere, con l?ambizione di trasformarsi in una potente infrastruttura tecnologica e centralizzata, l?Ifom è un ?megalaboratorio?, con sede in via Serio 21 a Milano, dove più gruppi di ricerca, provenienti da diversi enti scientifici italiani, possono usufruire di apparecchiature e tecniche altrimenti inaccessibili. Cronologia Nel 1997 il Consiglio di amministrazione Firc delibera il progetto; nel 1999 il Comune di Milano ne riconosce la pubblica utilità e la Firc acquista l?area da ristrutturare (11 mila mq di superficie); per quest?anno è previsto l?avvio definitivo. Partecipanti Presso l?Ifom operano gruppi di ricerca proveninti da: Istituto nazionale tumori di Milano, Istituto europeo di oncologia di Milano, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Parco scientifico biomedico San Raffaele, Università degli studi di Milano. Presto l?Ifom si aprirà ad altre istituzioni scientifiche. Del comitato promotore fa parte il professor Pier Paolo Di Fiore, dell?Ieo, uno dei ?cervelli? della ricerca rientrati in Italia. Info: www.airc.it/sito/firc/ifom/frifom.html


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