Welfare

Giudici minorili. Il terremoto per Marino V.

Il caso del padre accusato di abuso, assolto ma rimasto senza patria potestà lancia la questione: affidare le vecchie competenze ad un unico tribunale di famiglia?

di Benedetta Verrini

Nel 1996 venne inquisito per pretesi abusi sessuali sulla figlia di tre anni. Nel 2000 fu definitivamente assolto. Oggi si vede ancora negata la potestà sulla bambina dal tribunale per i minorenni. Sul dramma di Marino V., un padre milanese trasformato in mostro e, di fatto, privato della propria figlia, la questione della giustizia minorile rischia di esplodere con una forza inaudita. Boom di procedure Il malessere è così diffuso che la settimana scorsa il ministro per la Giustizia, Roberto Castelli, ha annunciato di aver messo mano a una riforma della giustizia civile minorile. Non si tratta di una novità: da anni la questione è invocata da tutti i rappresentanti del settore (giudici minorili inclusi), ma il Guardasigilli ha specificato di voler smantellare definitivamente le competenze civilistiche dei tribunali per i minorenni, per affidare a sezioni specializzate in materia di diritto di famiglia il compito di decidere sull?affidamento, l?adozione, la decadenza della patria potestà. Il disegno di legge, che si trova allo studio dello staff di Castelli, dovrebbe essere presentato tra qualche settimana al Consiglio dei Ministri. L?obiettivo è quello di evitare le frammentazioni e l?eccessiva influenza degli esperti, compresi gli psicologi e i tecnici che prendono parte come giudici onorari alle decisioni in camera di consiglio: dovrà essere solo il giudice togato a decidere se togliere o no un figlio ai genitori, se affidarlo alla madre o al padre in caso di separazioni, e tutte le altre questioni che riguardano lo status giuridico e la protezione dei bambini. Una riforma radicale che s?innesta nel ramo più delicato dell?amministrazione della giustizia, che ultimamente ha lavorato ?alacremente?. Dal 1995 al 2000 si è registrato un notevole aumento dei provvedimenti del tribunale per i minorenni: secondo il rapporto Istat pubblicato il mese scorso, le decisioni di allontanamento dei minori sono passate da 2.374 nel 1995 a 4.123 nel 2000; i provvedimenti d?urgenza (affidamento ai servizi, prescrizioni ai genitori ecc.) sono aumentati del 25%, passando da 9.830 a 12.372. «Una riforma è necessaria, è evidente» dice Francesco Paolo Occhiogrosso, presidente del tribunale per i minorenni di Bari, che raccomanda di non attribuire la responsabilità delle tante distorsioni solo ai giudici. «Il procedimento civile minorile si fonda su norme che risalgono al 1942, c?è un?eccessiva ripartizione delle competenze, un livello di qualità dei servizi sociali che cambia da regione a regione. Tanto per darvi un?idea, se c?è una separazione tra coniugi la competenza sull?affidamento del minore è del tribunale ordinario, ma se la separazione è tra conviventi la competenza è del giudice per i minorenni, il quale però non ha voce in capitolo sulla questione del mantenimento economico del bambino. Il genitore che lo vuole richiedere deve rivolgersi al tribunale facendo una seconda causa». Serve professionalità «L?apertura di un dibattito sul ruolo del Tribunale per i minorenni è un fatto importante e sicuramente positivo» dice Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro. «La giustizia oggi non ha certamente i tempi dei bambini. A nostro avviso, sia che i minori siano vittime, sia che siano artefici di reati, hanno bisogno di un approccio giuridico particolare, un lavoro di team tra magistrati e consulenti in cui i ruoli e le competenze vengano definite in modo chiaro». A chiedere maggiore professionalità e una più rigorosa ripartizione delle competenze è anche l?avvocato Lucrezia Mollica, dell?Associazione italiana avvocati di famiglia: «Ho seguito almeno quattro o cinque casi analoghi a quello di Marino V. Il problema è che oggi, a causa del gran numero di cause aperte, i giudici onorari finiscono per avere quasi un ruolo di supplenti dei giudici togati» sottolinea. «Credo che serva una riforma chiara nella definizione dei ruoli e delle procedure, dove venga garantito il contraddittorio e intervengano solo giudici e avvocati specializzati nel diritto di famiglia». Per evitare l?eccessiva influenza dei tecnici, il ministro Castelli ha preannunciato che i giudici delle sezioni specializzate non saranno nemmeno più obbligati ad avvalersi di psicologi e assistenti e a tenere conto del loro giudizio, come avviene ora, ma potranno interpellarli come consulenti solo se lo riterranno necessario. «Se si concretizzerà in questi termini, mi sembra una scelta infelice» obietta Occhiogrosso. «I giudici onorari danno un intervento estremamente qualificato e un apporto preziosissimo alla decisione dei casi. Tutto questo non si potrà esaurire in una consulenza occasionale ed esterna. Mi auguro che il procedimento minorile migliori, ma non si burocratizzi in quel ritmo di udienza-dopo-udienza tipico del processo civile. Questo non andrebbe certo nella direzione del supremo interesse del minore». Input Sito dei magistrati minorili: www.minori.it/aimmf/ Sito degli avvocati per famiglia e minori: www.aiaf-avvocati.it/”


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