Cultura
Scuola, sulle quarantene si poteva essere più coraggiosi?
Le decisioni che il Governo si appresta a varare «sono un passo avanti nella giusta direzione, ma c’è spazio per essere più coraggiosi senza mettere a rischio la salute di nessuno». Parola di Michele Usuelli, pediatra e consigliere regionale in Lombardia, la cui Giunta proprio ieri ha approvato all'unanimità una mozione per chiedere l'abolizione di tutte le quarantene scolastiche, per tutte le scuole
Stop alla quarantena per i contatti stretti di un positivo, se guariti o vaccinati, anche alla scuola primaria: come già alla secondaria e per i cittadini adulti basterà l’autosorveglianza con mascherina Ffp2. Finalmente si sana un accanimento contro i bambini che dall'8 gennaio su Vita denunciamo. Mentre nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, dove i bambini non possono ancora essere vaccinati, la sospensione dell’attività didattica scatterà ancora per tutti, ma solo per 5 giorni e solo se in classe ci sono più di cinque casi positivi. Tutto questo scatterà da lunedì 7 febbraio. Sono queste, stando alle indiscrezioni che trapelano, le indicazioni in arrivo dal Consiglio dei Ministri in corso, da cui uscirà un nuovo attesissimo decreto con “Misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo”. Un passo avanti, che forse poteva essere ancora più coraggioso: stop alle quarantene per tutti i bambini. In nome non delle difficoltà dei genitori ad organizzarsi, né tantomeno del rischio sanitario: in nome dei bambini, del buon senso e della fase pandemica in cui siamo.
Michele Usuelli, pediatra, è il primo firmatario di una mozione approvata ieri – 1 febbraio – dal Consiglio regionale della Lombardia, approvata con 60 voti a favore e un solo astenuto. La mozione chiede una nuova strategia diagnostica per il Covid per minori e l’abolizione delle quarantene scolastiche. «Ho chiesto un cambio di passo coraggioso e al tempo stesso scientificamente rigoroso nel caos che regna sovrano nella gestione scolastica del Covid», dice Usuelli. La premessa è la definizione di fase pandemica in cui siamo: «Siamo in una fase post vaccinale, sulla comunità in generale abbiamo percentuali elevatissime di vaccinazione e la Omicron è "meno cattiva" della Delta. L'infezione da Covid è raramente fatale nei bambini e negli adolescenti e certamente sovrastimata, perché nella fascia d'età 0-18 quando ci si infetta è molto probabile non manifestare alcun sintomo, pertanto non si viene nemmeno registrati nelle statistiche». Ecco allora, con queste premesse, la richiesta dirimente, su cui la Giunta regionale si è impegnata: mettere in campo ogni iniziativa, per le proprie competenze e di concerto con il governo, affinché vengano abolite tutte le quarantene per i minori. «È qualcosa che si può fare già oggi, nella totale sicurezza scientifica. Sta a casa solo il bambino con sintomi, i contatti stretti non fanno tampone fino alla comparsa eventuale dei sintomi e continuano ad andare scuola. È una proposta che mette d'accordo tutta la filiera, dal professore a chi la deve implementare, è protesa verso il futuro, coniuga uniformità di comportamenti, sicurezza scientifica ed evita la differenza tra bambini vaccinati e non vaccinati, odiosa dal punto di vista pedagogico: in età pediatrica infatti il non vaccinato non si ammalerà molto più gravemente del vaccinato, quindi non si giustifica questo comportamento diverso a scuola. Il bambino non vaccinato avrà ahimé più possibilità di far ammalare i suoi nonni, ma questo non ha nulla a che vedere con le quarantene scolastiche e il diritto allo studio».
Le decisioni che – a quanto pare – il Governo si appresta a varare, per Usuelli quindi «sono un passo avanti nella giusta direzione, ma il meccanismo continua ad essere caotico e farraginoso. Ridurremo un po’ il numero di bambini in quarantena e i giorni complessivi, ma c’è spazio per essere più coraggiosi senza mettere a rischio la salute di nessuno».
La mozione di Usuelli chiedeva che per tutti i minorenni il tampone molecolare salivare fosse indicato come unico strumento per la diagnosi di Covid-19, dettagliando il percorso: «il minore con sintomi, come già avviene, ha il suo primo momento diagnostico tramite colloquio telefonico genitori/pediatra, al termine del quale, eventualmente riceve ricetta rossa per tampone salivare molecolare. Se mandata via mail, il genitore, esibendola, ritira il tampone in farmacia. Se la ricetta viene ritirata in studio, il tampone viene consegnato contestualmente. Il tampone viene eseguito a casa dal genitore, il quale, senza appuntamento, si reca presso un laboratorio analisi abilitato alla diagnostica del Covid, dove lo consegna, come già si fa per gli esami urine o feci. Il laboratorio inserisce l’esito nel portale ATS e lo invia al genitore. Il minore con sintomi resta a casa fino all’esito del tampone, ed in caso di positività, fino a negativizzazione. Il tampone di controllo viene eseguito con la stessa modalità. Il minore rientra a scuola senza certificato del pediatra, ma solamente esibendo l'esito negativo del tampone». Il dettaglio dell’iter non è entrato nella mozione approvata dalla Giunta: «Invece sarebbe stato importante proprio perché è nell’organizzazione delle cose che a volte si va a scivolare».
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