Mondo

Letteratura: a New York polemica per “romanzo per tutti”

L'establishment culturale di New York è in subbuglio contro l'idea di una commissione per far leggere a milioni di newyorchesi lo stesso romanzo nel 2002...

di Paolo Manzo

L’idea della municipalità della ‘Grande Mela’ era quella di ‘copiare’ l’evento lanciato un anno fa dal Comune di Chicago, che aveva scelto il romanzo ”Il buio oltre la siepe” (1960) di Harper Lee come lettura di massa per scuole, circoli culturali, associazioni di volontariato e chiese, con l’obiettivo di far crescere nella metropoli una maggior consapevolezza sui rischi di rigurgiti razzisti. Ma se a Chicago l’iniziativa è riuscita con grande successo, a New York non solo stenta a decollare ma è addirittura sommersa da feroci attacchi. ”Non mi piace questa idea della lettura di massa, anzi la odio proprio”, ha detto il famoso critico letterario statunitense Harold Bloom in un’intervista al ‘New York Times’. Bloom, considerato il custode ufficioso del canone letterario anglosassone, che vive tra l’Università di Yale e New York, ha aggiunto: ”La lettura è un piacere privato e questa idea di un’orchestrazione municipale per trovare un libro per tutti mi sembra orribile. Sarebbe come costringere tutti ad andare a mangiare hamburger, davvero un’iniziativa orrida”. In nome della comunità accademica ha levato la sua voce contro il proposito di una lettura di massa per i newyorchesi la professoressa Anna Douglas della Columbia University: ”New York è la capitale della cultura, non è una provincia culturale. È inutile quindi scegliere per il più influente gruppo di lettori e critici del mondo un libro da leggere come se si avesse a che fare con degli studenti. Non accettiamo che un libro da leggere sia imposto dall’alto”. Nel frattempo, la commissione comunale incaricata di trovare il romanzo per tutti si è divisa, ipotizzando due titoli meritevoli di essere letti, scelti tra opere ispirate al tema del multiculturalismo sullo sfondo di New York: ””The color of water” di James McBride e ”Native Speaker” di Chang-Rae Lee. Appena sono trapelate le indiscrezioni sui titoli, il ”New York Times” ha sparato a raffica contro le ipotizzate scelte, dopo che in precedenza aveva già bocciato l’idea della lettura di massa dello stesso libro per le scuole, le associazioni e le biblioteche di quartiere della megalopoli.


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