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Ong, neppure il Covid le ha piegate

A sorpresa, l'annuale analisi di Open Cooperazione sui bilanci del settore in Italia - che vale più di un miliardo - certifica una crescita del 5,8% nel 2020, seppur 'drogata' dalla distribuzione di due annualità di 5x1000. In flessione, invece, il numero dei volontari internazionali

di Giampaolo Cerri

Le organizzazioni non governative – ong escono indenni dalla gelata pandemica.

Secondo il nuovo rapporto di Open Cooperazione – il progetto per la trasparenza del settore e delle attività promosso dalle stesse realtà di volontariato internazionale e cooperazione -, nel 2020 c’è stata una crescita complessiva del 5,8% rispetto all’anno precedente, con una maggior raccolta di fondi e finanziamenti di 55 milioni per un settore che, in valore economico, supera il miliardo per il terzo anno consecutivo.

Lo dice uno studio sui bilanci delle ong stesse che evidenzia risultati quasi insperati rispetto ai timori che il Covid-19 si abbattesse pesantemente su un mondo che vive di progettazione pubblica e di raccolta di fondi privati. Ancora un anno fa, il settore faceva previsioni nerissime sulla prospettiva e, come ricorda Open Cooperazione che aveva sondato i vari player, 68 su 100 si attendevano di chiudere il bilancio in perdita: il 28% tra 0-10%, il 20% tra 10-20% e il 20% di più del 20%.

Sui dati ha operato però un meccanismo di lieve distorsione che spiega proprio Elias Gerovasi curatore del progetto Open Cooperazione: “In realtà questi dati vanno ‘ripuliti’ da un’anomalia che si è verificata nel 2020 rispetto agli anni precedenti : l’Agenzia delle Entrate infatti ha proceduto, nel 2020, a due erogazioni del 5×1000, quelle relative agli anni fiscali 2018 e 2019”. Si tratta di una doppia entrata che sul bilancio delle ong vale circa 40 milioni di euro. “Se questa doppia entrata non si fosse verificata”, osserva Gerovasi, “lo scenario economico si presenterebbe con un aumento di poco più dell’1% rispetto al 2019”.

Sicuramente però si tratta di una battuta d’arresto rispetto alle tendenze di crescita pre-Covid: “+ 19% dei bilanci sull’ultimo triennio, + 21% di risorse umane attive.

Commenta i dati di Open Cooperazione, Giampiero Silvestri, segretario generale di Avsi, che con oltre 68 milioni a bilancio sta, al settimo posto, nelle top 10 italiana : “Il nostro trend di crescita ha subito una temporanea battuta d’arresto”, sottolinea, “ ma non abbiamo registrato un effetto travolgente del Covid sul nostro lavoro. Questo grazie a una combinazione di fattori: la nostra struttura è solida e abbiamo potuto accedere alle misure straordinarie del governo, come la cassa integrazione straordinaria, il doppio 5×1000, la copertura da parte dell’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo-Aics del co-finanziamento richiesto alle Organizzazioni della società civile – Osc. Insomma l’azione di sistema ci ha aiutato ad attraversare il periodo più duro. Ora si tratta di tradurre in buone pratiche per il futuro le lezioni apprese”.

Dove l’effetto pandemico si è fatto sentire è il numero dei volontari impegnati, scesi da 81 mila a 74 mila unità, in diminuzione di oltre 200 unità anche il Servizio Civile che ha registrato diversi abbandoni nel periodo del lockdown.

“L’esame dei bilanci nel periodo più duro della pandemia Covid 19”, commenta Luca De Fraia, Segretario generale aggiunto di ActionAid Italia, “ci racconta la storia di una straordinaria resilienza del settore che si è impegnato anche in prima fila nel nostro Paese nella risposta alla crisi pandemica. Open Cooperazione si conferma, ancora una volta, uno strumento unico per fare chiarezza sul valore della cooperazione italiana non governativa che vive di trasparenza e credibilità.”

L'intero rapporto di Open Cooperazione è consultabile QUI.

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