Sostenibilità

“Il Sogno di Luz”, una fiaba per educare a non sprecare il cibo

Ideata dalla giornalista pugliese che ha dato vita al movimento WhyNok? contro lo scarto di frutta e verdura imperfetta, questa originale storia illustrata diventa anche un progetto educativo per le scuole

di Marina Moioli

È un libro colorato, allegro e giocoso. Una favola ecologica che piace tanto ai bambini ma che non è indirizzata solo ai più piccoli. “Il Sogno di Luz”, ideato, scritto e autopubblicato dalla giornalista e filmaker pugliese Lucrezia Argentiero (e corredato dalle bellissime tavole a colori dell’illustratore Leo Semeraro) è un libro per tutte le età, una favola dei desideri che ha l’intento di educare a non sprecare il cibo ma tocca anche argomenti importanti e di attualità quali la diversità e l’accettazione. Narra la storia della piccola ribelle Luz che, insieme all’influencer a quattrozampe Claretta, si ritrova su una collina popolata da strani personaggi ortofruttati, i cosiddetti «scherzi della natura». Un viaggio di scoperta che è un invito a uscire dai propri schemi guardando e gustando la realtà con altri occhi e colori.

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“Il Sogno di Luz” vuole essere soprattutto uno strumento efficace per svolgere, attraverso la lettura, un’azione formativa e informativa, utile a comunicare il valore dell’imperfezione alle nuove generazioni. Attraverso questa fiaba si può infatti insegnare ai bambini a non selezionare la frutta e la verdura inseguendo la bellezza esteriore, ma a essere cittadini consapevoli e rispettosi di un pianeta sempre più fragile e delicato che necessita di un cambiamento profondo. Un cambiamento che va preparato da piccoli ma che deve riguardare anche gli adulti.


«È ora di smetterla di mangiare con gli occhi. Gli occhi, da soli, danno un’idea sfocata della realtà, facendoci scartare tutto quello che non ci sembra bello, pur essendo di qualità. Per colpa degli occhi, ogni anno, un terzo della produzione di frutta e verdura viene lasciata a marcire nei campi, solo perché non rispecchia certi standard. Ora, più che mai, dobbiamo ricucire quello strappo tra produzione e consumo, rivedendo i canoni estetici che applichiamo a ciò che mangiamo».
Così sottolinea l’autrice, che due anni fa aveva già fondato WhyNok?, il primo movimento italiano che si impegna a combattere questo spreco alimentare. L’hashtag del movimento è #sonoperfettomanessunolosa e riguarda tutti noi. Essere “imperfetti” significa essere noi stessi e rappresenta anche un puro atto di rivoluzione. La stessa rivoluzione che deve valere per quello che scegliamo di mangiare.

Non siamo abituati a ragionare sul fatto che i prodotti della terra considerati “differenti” dai canoni estetici imposti dal mercato (o anche solo lievemente ammaccati dagli eventi atmosferici), non raggiungono i canali di distribuzione, ma vengono scartati prima. E questo spreco porta a buttare ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di prodotti buoni, ovvero circa un terzo dei raccolti. Tutto questo va assolutamente cambiato.

Il valore del movimento WhyNok? e ora del libro “Il sogno di Luz” però va oltre il discorso dei prodotti dei campi. Il frutto scartato solo perché diverso diventa una perfetta metafora di inclusione. Così l’elogio dell’imperfezione si trasforma in una attenzione alle differenze e a un invito all’accettazione e alla bio-diversità. Per questo il libro è subito diventato anche un progetto educativo, a cominciare dall’accordo con l’Oxford Collage Mita Kids che porterà il testo sui banchi di scuola (tradotto in inglese). Grazie ai personaggi della fiaba con difetti estetici, prima scartati e poi riabilitati col giusto riscatto, infatti, i più piccoli potranno misurarsi con temi importanti come la discriminazione, l’omologazione esasperata anche dai social, la sostenibilità e l’inclusione. Un messaggio che merita di essere divulgato il più possibile.

Il sogno di Luz (64 pagine a colori, copertina flessibile) costa 12,90 euro e si può acquistare su Amazon.

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