Welfare

Il fundraising del Meeting? Investe sul “bene circolare”

Quest’anno la raccolta fondi della kermesse ha sostenuto anche un'iniziativa di AVSI: la Welcoming House, una scuola di Kampala gestita da Rose Busingye. «Nei prossimi mesi organizzeremo eventi in presenza con i vari sostenitori sui vari territori regionali», sottolinea Alessia Lachi, una delle responsabili del fundraising

di Alice Roesel

Quest’anno la raccolta fondi della kermesse ha sostenuto anche la Welcoming House, una scuola di Kampala gestita da Rose Busingye. Questa è la novità della campagna di Fundrasing del Meeting 2021.

Una scelta di condivisione che è un chiaro esempio del concetto di circolarità del bene, come dice Alessia Lachi, una delle responsabili del fundraising del Meeting di Rimini: «Gli incontri, che da sempre sono le pietre miliari di questa manifestazione, portano facilmente a condividere la bellezza delle storie raccontate. E molti dei visitatori hanno fatto propria questa nostra passione contribuendo personalmente con una donazione».

Il fundraising del Meeting è un progetto che nasce nel 2014 e che si è sviluppato moltissimo negli ultimi anni. In realtà sono sempre esistiti diversi modi per sostenere la kermesse di Rimini: l’acquisto dei biglietti della lotteria, le sottoscrizioni ma anche, e soprattutto, il donare il proprio tempo da parte dei volontari chiamati a costruire personalmente e concretamente lo svolgimento della manifestazione.

Ma allora perché è stato introdotto questo termine, “fundraising”? Perché, come racconta Alessia Lachi, con la crisi economica si è vista l’esigenza di rendere ancora più chiaro il bisogno di chiedere un sostegno economico, non come mera donazione di una cifra, grande o piccola che sia, ma sottolineando che alla base c’è una relazione tra chi dona e il Meeting stesso.

«Il Meeting è un seme che tu pianti ad agosto e fiorisce, non si sa bene come e dove», continua Alessia Lachi, perché ha dimostrato in questi anni di avere degli sviluppi inaspettati durante tutto l’anno. E proprio per accompagnare questo processo in divenire, il progetto “dona ora” non si ferma allo svolgimento della manifestazione. L’emergenza sanitaria ha interrotto temporaneamente un’idea già maturata dalla scorsa edizione, quella di approfondire la conoscenza e il rapporto diretto con i sostenitori. Per questo l’obiettivo è quello di organizzare nel corso dell’anno momenti di incontro, in presenza, con i donatori che sostengono la costruzione del Meeting nelle diverse città d’Italia.


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