Sostenibilità

La “esse” cerca nuovi spazi

Nel numero di ottobre di VITA dedicato ai principi Esg abbiamo esplorato i report di sostenibilità pubblicati dalle prime venti società quotate alla Borsa di Milano. Una cosa è chiara nelle inevitabili differenze: i mastodontici obiettivi ambientali con cui ogni rendicontazione inizia hanno senso solo se viaggiano di pari passo con quelli sociali

di Nicola Varcasia

La “esse” di Esg alla prova. Ovvero l’impegno sociale che le imprese rendicontano nei loro report di sostenibilità, confrontato con quello, spesso preponderante, per l’ambiente (environment) e la governance trasparente. Nel numero di ottobre di VITA, dedicato proprio alla “esse” dei principi Esg, troverete il racconto schematico di un viaggio tra i report pubblicati dalle prime venti società quotate alla borsa di Milano per capitalizzazione, in base ai dati del primo semestre 2022.

A parte Exor, che alla fine di settembre ha lasciato il listino italiano per approdare a quello olandese, le altre sono ancora tutte italiane. A cominciare da Enel, che ha fatto della “esse” non solo una voce del comparto charity, ma anche un asset nell’organizzazione del business. Un orientamento seguito da molte altre società quotate, che consente di diminuire il gap con la “E”, ossia l’ambiente, come accade ancora nel mondo energetico per Eni e Snam, nel settore produttivo con Tenaris e nelle telecomunicazioni con Inwit.

A trazione ambientalistica cosa che, è bene chiarire, non è un difetto e che comunque caratterizza tutte le rendicontazioni, i report di STMicrelectronics e CNH Industrial. Discorso a parte meritano le grandi compagnie assicurative, come Generali, i grandi gruppi bancari, come Intesa Sanpaolo e Unicredit, o società quali Poste Italiane che possono annoverare nella “esse” anche sostegni importanti sotto forma di finanziamenti a finalità sociale, oltre che numerose iniziative di giving.

La “esse” della sigla Esg include anche le attività svolte per la comunità di persone interne all’azienda (argomento toccato per ovvie ragioni da tutte le aziende): ricche di particolari in su questo i nuovi programmi di Terna e, con angolature diverse, di Atlantia. Tante le iniziative nella formazione dei giovani e nella promozione culturale, in Italia e nel mondo, che ritroviamo nei report di Ferrari, Campari, Stellantis e Nexi. Il lavoro svolto durante la pandemia è un’altra caratteristica della “esse” presente in molte rendicontazioni, tra le quali Moncler e Recordati. A riprova che le emergenze sociali sono un qualcosa di coessenziale alla vita ordinata dell’azienda.

Basterà tutto questo per poter dire che l’impegno sociale ha raggiunto quello per l’ambiente? Agli stakeholder l’ardua sentenza.

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