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Delega non autosufficienza: troppe lacune sulla disabilità

Fish e Fand, le due principali federazioni di associazioni impegnate sui diritti delle persone con disabilità, criticano lo schema di legge delega approvato ieri per la riforma della non autosufficienza: «Mancano le risorse e le persone con disabilità restano in secondo piano

di Redazione

Ieri pomeriggio, l’ultimo Consiglio dei Ministri del governo Draghi ha approvato lo Schema di Disegno di Legge Delega sulla non autosufficienza. Il disegno di legge approvato rappresenta un notevole miglioramento rispetto alla proposta circolata a inizio anno, recependo anche alcune delle modifiche che le organizzazioni Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) avevano richiesto. Le due federazioni, che avevano ovviamente focalizzato l’attenzione sulle persone con disabilità e le loro famiglie, avevano giudicato come irricevibile il testo circolato all’epoca in quanto mancava qualsiasi raccordo fra la delega sulla non autosufficienza e quella sulla disabilità già approvata: era un testo – ricordano le due federazioni – «completamente incentrato sulle persone anziane non autosufficienti, relegando le persone con disabilità e le loro famiglie ad una visione marginale della non autosufficienza. Mentre una larga parte delle persone con disabilità è rappresentata da giovani e adulti anche non autosufficienti».

Nell'attuale disegno di Legge approvato, pur migliorato, restano «alcuni aspetti che preoccupano le due federazioni. Il primo è il riferimento al finanziamento delle varie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie (come da art. 8 del decreto) attraverso fondi già esistenti (Fondo LEA-Livelli Essenziali di Assistenza, Fondo Non autosufficienza, Fondo Politiche Sociali, Fondo Caregiver)», cosa che «significa ridurre ancor di più le già esigue risorse che, in questi fondi, sono dedicate alle persone con disabilità». Altri punti critici evidenziaati dalle due federazioni e «rimasti sostanzialmente invariati nel testo finale riguardano la riduzione del monitoraggio sui risultati degli interventi riguardanti LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) e LEA». Un altro nodo è quello delle risorse: ma come si può considerare «una grande riforma» quella che si dovrebbe attuare con soli 500 milioni, ovvero quelli previsti dal Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze? Torna dunque il problema della mancanza di risorse aggiuntive.

«Il testo del Ddl delega sulla non autosufficienza mette ancora una volta in secondo piano le persone con disabilità e non introduce alcun richiamo alla legge delega sulla disabilità. Quello di ieri, per altro, potrebbe essere stato l'ultimo atto di questo governo: perciò auspichiamo di poter avviare un'interlocuzione fattiva in tempi rapidi con il prossimo esecutivo, affinché si riescano ad elaborare assieme risposte sulle reali necessità delle persone non autosufficienti», dicono i due presidenti, Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano.

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