Welfare
C’è il caro-bollette, Cagliari taglia gli educatori agli alunni con disabilità
La Città Metropolitana di Cagliari in data 4 ottobre ha comunicato alle famiglie dei 488 studenti con disabilità iscritti alle scuole superiori di secondo grado che taglierà del 30% le ore di assistenza educativa, rispetto a quelle indicate nel PEI. Le cause? Da un lato l'incremento del bisogno e dall'altro i costi delle bollette. Palmas (Associazione Bambini Cerebrolesi): «È un diritto soggettivo, non può essere sottoposto a contenimento della spesa pubblica»
C’è il caro-bollette, quindi tagliamo l’assistenza educativa specialistica alunni disabili. È quanto ha comunicato la Città Metropolitana di Cagliari in data 4 ottobre alle famiglie dei 488 studenti con disabilità iscritti alle scuole superiori di secondo grado. «Una comunicazione incredibile, che non tiene conto per nulla del fatto che quello all’istruzione è un diritto soggettivo di ogni alunno con disabilità e non può essere sottoposto a contenimento della spesa pubblica», commenta Francesca Palmas, responsabile scuola nazionale dell’Associazione Bambini Cerebrolesi ABC-Italia.
«Gent.li genitori, quest’anno, nostro malgrado, come avrete notato, abbiamo dovuto disporre l’avvio del servizio dal 1 di ottobre e la riduzione del monte orario assegnato ai singoli studenti. Non lo abbiamo fatto a cuor leggero, consapevoli dell’importanza e della delicatezza del nostro intervento», hanno scritto ai genitori Alessandro Balletto e Bruno Orrù. Il servizio di assistenza educativa specialistica ha visto un continuo incremento della platea dei fruitori nel corso degli anni che ha «incrementato esponenzialmente il fabbisogno finanziario»: maggiori esigenze a cui si è finora risposto incrementando le risorse. «Oggi però, la drammatica situazione in cui versano gli enti locali, a causa fondamentalmente dei problemi indotti dagli straordinari aumenti dei costi dell’energia, non ci consente ulteriori adeguamenti». Da qui la riduzione percentuale del monte ore per l’assistenza educativa assegnato a ciascuno studente: «che abbiamo contenuto nell’ordine del 30% rispetto alle indicazioni dei PEI».
In alcuni casi la riduzione prevista, spiega Francesca Palmas, «in realtà è del 50% rispetto alle ore indicate a giugno nel PEI, da 15 ore a 8. Io capisco che c’è il caro-bollette, ma le risorse per garantire il funzionamento delle scuole dal punto di vista delle strutture e quelle per garantire i servizi previsti dall’art 13 della legge 104 stanno in due distinti capitoli di spesa. L'assistenza per l'autonomia e la comunicazione, al pari dell'assegnazione delle ore di sostegno, costituisce diritto fondamentale che va comunque assicurato all'alunno disabile, c’è anche una sentenza del TAR della Sardegna del 2021 che lo afferma, ci sono diversi genitori intenzionati a fare ricorso. Il diritto allo studio per gli alunni con disabilità deve essere reso esigibile attraverso gli strumenti offerti dal nostro ordinamento, ed adeguatamente supportati con le giuste risorse finanziarie, che mai rappresentano una spesa, bensì un investimento».
Nell’anno scolastico 2022/2023 gli studenti e studentesse con disabilità nelle Scuole Sarde sono 8.530 (su un totale di 187.176 totali) di cui 3.093 nelle Scuole Secondarie di Secondo Grado: un incremento del 4,56%, il più alto fra tutte le regioni d’Italia. ABC ha presentato richiesta di audizione urgente in consiglio regionale per presentare richiesta di adeguamento delle risorse finanziarie a supporto degli studenti e studentesse con disabilità delle scuole secondarie superiori della Regione Sardegna. Anche in questa lettera, Palmas ha ricordato che «la ingiustificata riduzione delle ore assegnate o la sospensione del servizio negherebbe un diritto fondamentale del minore all’istruzione e alla sua famiglia, causando in alcuni casi l’impossibilità stessa da parte del minore della frequenza scolastica, arrecando così danni irreparabili allo stesso percorso scolastico dell’alunno e pesanti disagi alla famiglia. Per l’interruzione di tale servizio le Istituzioni responsabili possono essere passibili di denuncia alla Procura della Repubblica».
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