Formazione

Maestre e maestri d’Italia, sulle tracce di don Lorenzo Milani con Eraldo Affinati

Racconta lo scrittore: “Oggi i ragazzi di Barbiana sono i nostri studenti delle scuole Penny Wirton. Sono Omar, Farias, Irina, Marina, Kalinic, Ibrahim… Solo che non vengono più dall'Appennino tosco emiliano, ma vengono dalle contrade più sperdute del mondo e portano qui lo stesso scandalo, la mancanza della parola che don Milani voleva curare. Ora tocca a noi asciugare le lacrime, curare le ferite e insegnare a questi ragazzi a diventare grandi”

di Alessandro Banfi

«Sono andato verso di loro, non stavo in cattedra, sono andato in mezzo al mucchio selvaggio, dico adesso. Uno aveva un cappottone… Avevo capito che era il leader, quindi io parlo direttamente a lui. Chi è che me l’aveva detto che lui era il leader? Non avevo fatto corsi di formazione, però ero stato anch'io inquieto… Da ragazzo ero stato anch’io un po’ ribelle. Quindi istintivamente mi sono rivolto verso di lui e gli ho detto: “Ma tu come ti chiami? Chi sei?”. E lui risponde: “E tu chi sei?”. E io di rimando: “Io sono Eraldo Affinati, mi sono laureato su Silvio D'Arzo”. “Chi è questo scrittore?” Chiede lui. Ed io: “Aspetta, te ne parlo…”. Tutti ci guardavano e gli altri ragazzi si sono messi in cerchio. E lì ho detto a me stesso: Beh, forse potrei fare l'insegnante perché è un mestiere che mi sta piacendo».

Una testimonianza in presa diretta, il racconto di una vocazione. Siamo fra i grattacieli e le palazzine storiche di Casalbertone, periferia di Roma, dove è ambientato il film Mamma Roma. Sono venuto qui, per il nuovo Podcast di Vita.it. “Maestre e maestri d’Italia” prodotto da Chora Media in collaborazione con Fondazione Cariplo, a parlare con Eraldo Affinati per due ragioni. La prima è che siamo sulle tracce di don Lorenzo Milani, un grande educatore, un uomo che ha lasciato un segno e una lezione ancora valida alla scuola del nostro Paese. Affinati ha scritto su don Milani due libri, uno più appassionato dell’altro. E ci spiega chi era. La seconda ragione è che qui, fra questi palazzoni vicini alla Stazione Tiburtina, Eraldo, con la moglie Anna Luce Lenzi, insegna gratuitamente l’italiano a centinaia di migranti, ragazzi che altrimenti a scuola resterebbero indietro.

Sono loro i ragazzi di Barbiana di oggi, del 2022, nel senso che sono loro che possono essere bocciati perché tanto sono considerati poveri. E in effetti soffrono povertà di ogni tipo. Sono poveri di famiglia, di soldi, di istruzione, di protezione… a volte tutte queste cose messe assieme. Ma alla Penny Wirton, questo il nome della scuola di Affinati, è diverso. Racconta uno dei tanti volontari, Andrea, 17 anni, studente del liceo classico Tasso di Roma che da un anno lavora alla Wirton: «Questa esperienza mi dà veramente tanto. Intanto perché mi permette di conoscere realtà e persone, storie che a cui non sono abituato, ma mi dà tantissimo. Anche perché, appunto, interagendo con queste persone imparo ad insegnare, imparo ad insegnare l'italiano, ma imparo anche a costruire rapporti di fiducia e di amicizia reciproca».

Don Lorenzo Milani amava i suoi ragazzi. Racconta l’ex allievo Aldo Bozzolini, uno dei primi sei ragazzi di Barbiana: «Il Priore ci faceva sentire importanti. Nei confronti dei ragazzi di paese eravamo molto più timidi e molto più legati. Ora mi viene la parola esatta. Il fatto che il priore ci aspettasse… La possibilità che colorando queste cartine con gli acquerelli non si sapeva nemmeno che cosa fosse che si potevano vendere e si poteva andare allo zoo a Roma. Cioè noi il treno che non c'era mai salito ancora, ma nessuno di noi era salito sul treno… Quindi, è un po' come dire oggi ai miei nipoti entro domattina si parte, ci si mette sui razzi per andare sulla Luna».

Commenta Eraldo Affinati: «Oggi i ragazzi di Barbiana sono i nostri studenti delle scuole Penny Wirton. Sono Omar, Farias, Irina, Marina, Kalinic, Ibrahim… Solo che non vengono più dall'Appennino tosco emiliano, ma vengono dalle contrade più sperdute del mondo e portano qui lo stesso tema, diciamo di quello scandalo, della mancanza della parola che don Milani voleva curare. Qui tocca a noi asciugare le lacrime, curare le ferite e insegnare a questi ragazzi a diventare grandi».

Il primo episodio del Podcast “Maestre e maestri d’Italia” è disponibile da oggi, in occasione della Giornata mondiale degli insegnati, sulle app free (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Google Podcast) con un nuovo episodio ogni sette giorni e per otto settimane.

Qui potete scaricare il podcast da Spreker

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