Mondo

Medio Oriente: cresce opposizione a Sharon

Il manifesto dei riservisti per la fine dell'occupazione ha ormai superato le 250 firme, e oggi un gruppo che raccoglie oltre mille ufficiali a riposo si è schierato a favore del ritiro

di Redazione

Cresce l’opposizione alla linea politica del premier israeliano Ariel Sharon: dopo la rivolta dei “riservisti” che hanno fatto obiezione di coscienza al servizio militare nei Territori, oggi un gruppo che raccoglie oltre mille alti ufficiali a riposo – il Consiglio per la Pace e la Sicurezza – si è schierato a favore del ritiro di Israele dai Territori palestinesi, per la ripresa immediata dei negoziati e per la creazione di uno stato palestinese, indipendentemente da eventuali atti di violenza. Il gruppo fa rifferimento all’ex premier (ed ex capo di stato maggiore) Ehud Barak e comprende generali della riserva, colonnelli e alti ufficiali a riposo dei servizi di intelligence, sia interno che estero, lo Shin Bet e il Mossad. Secondo la proposta del Consiglio per la Pace e la Sicurezza – organizzazione fondata nel 1988, durante la prima Intifada – il ritiro da quasi tutta la Striscia di Gaza e da buona parte della Cisgiordania dovrebbe essere unilarerale: si prevede la creazione di veri e propri confini tra Israele e Stato palestinese e l’evacuazione di circa 20.000 coloni da una quarantina di insediamenti (in totale i coloni sono oltre 200.000). Resterebbe sotto il controllo israeliano una zona cuscinetto al confine con l’Egitto. Il progetto è stato presentato dal diretto generale dell’organizzazione, Shaul Givoli che ha annunciato una campagna per promuovere adesioni tra la popolazione. Lo slogan sarebbe “Dire Shalom ai palestinesi”, giocando sul doppio significato della parola “shalom”, cioè “pace” e “addio”. Il movimento pacifista israeliano ha appena lanciato la sua campagna “Usciamo dai Territori, torniamo a noi stessi” con una manifestazione sabato scorso a Tel Aviv cui hanno partecipato migliaia di persone mentre il manifesto dei riservisti per la fine dell’occupazione e dell’oppressione dei palestinesi ha ormai superato le 250 firme.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA