Welfare

Rsa: ecco come si potrà fare visita ai parenti

L’ultimo decreto legge conferma la possibilità per i famigliari di far visita agli ospiti di strutture residenziali. Dal 30 dicembre, per entrare, occorrerà aver ricevuto la dose di richiamo (booster) oppure essere in possesso di green pass da due dosi di vaccino più tampone

di Sabina Pignataro

Il decreto legge del 24 dicembre (quello che tra l’altro proroga lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022) conferma la possibilità per i famigliari di far visita agli ospiti di strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie e hospice.

L’articolo 7 specifica che, a partire dal 30 dicembre, è consentito esclusivamente l’accesso dei visitatori (famigliari/caregiver) che soddisfano i seguenti requisiti:

  • possesso di certificazione verde Covid-19 rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo (booster) successivo al ciclo vaccinale primario
  • possesso di certificazione verde Covid-19 rilasciata a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o dell’avvenuta guarigione unitamente a una certificazione che attesti l’esito negativo del test antigenico rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti l’accesso.

Il Governo ha di fatto aggiornato quanto previsto da una circolare del Ministero della Salute dello scorso agosto in cui si richiamava l'attenzione «sull'opportunità di assicurare, ad un familiare dell'ospite della struttura Rsa purché munito delle certificazioni verdi Covid-19, l'accesso alle Rsa e alle residenze assistenziali per persone con disabilità, tutti i giorni della settimana anche festivi, garantendo che la visita si svolga in un tempo congruo al bisogno di assistenza di durata possibilmente sino a 45 minuti».

Gli sforzi per mantere vivo il legame

In questi giorni, nonostante l’aumento dei contagi e la diffusione della variante Omicron, sono tante le strutture che stanno cercando di portare un po’ di sollievo ai loro ospiti, strappando alla solitudine e all’isolamento migliaia di anziani.
«Ben consapevoli dell’importanza delle relazioni tra familiari e ospiti, e dei benefici che il contatto tra ospite e familiare può portare, fino a sabato 8 gennaio abbiamo aggiunto la possibilità di fare una visita settimanale in più: saranno quattro, anziché tre», spiega Gianmario Gazzi, presidente del consiglio d’amministrazione dell’Azienda Pubblica Servizi alla Persona “Cesare Benedetti” di Mori, in provincia di Trento.
«Crediamo sia meglio potenziare le visite all’interno della stessa, in un ambiente protetto, anziché rischiare l’uscita verso l’esterno. Perciò abbiamo sospeso la possibilità per i familiari di portare il proprio caro all’esterno della struttura. Si tratta di una scelta che non prendiamo a cuor leggero: siamo consapevoli della limitazione che cioè comporta. Tuttavia, la situazione esterna alla struttura, che vede un incremento importante dei contagi ci impone di assumere questa decisione improntata alla massima prudenza». Anche un solo accertamento di caso positivo imporrebbe la chiusura della struttura, comprese le visite, oltreché l’isolamento obbligatorio.

Permangono alcune limitazioni

In un contesto di generale apertura delle strutture sanitarie, restano alcune limitate restrizioni. «Gli anziani sono di nuovo isolati. Di nuovo soli. Di nuovo rin-chiusi. E’ un copione già visto. Ma è intollerabile». A parlare è Franco, la cui madre è ospite di una Rsa di Milano. Ancora una volta non può vederla: la direzione sanitaria ha bloccato le visite dei famigliari. «Preferisco non citare la struttura perché ho già discusso animatamente con il direttore sanitario e temo che questa mia protesta possa ripercuotersi su mia mamma», dice. «Pur comprendendo la necessità di proteggere le persone fragili ospitate in queste strutture, non riesco a tollerare la miopia con la quale si trascurano i diritti dei parenti e dei famigliari, e i benefici generati dalla possibilità di stare insieme, scambiarsi un sorriso, una parola, una carezza. E’ come se ancora non si fosse compreso quanto la vicinanza sia fondamentale per lenire la sofferenza delle persone».

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