Formazione
Napoli, un corso di laurea costruito con le realtà del Terzo settore
Il primo corso di laurea magistrale in innovazione sociale è nato a Napoli. «L’abbiamo costruito insieme alle realtà del Terzo settore», spiega Francesco Pirone, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Napoli Federico II e direttore del corso. «Copre il bisogno di formare figure professionali con competenze sull’economia sociale e in grado di affrontare le trasformazioni che il modo del privato sociale sta attraversando»
di Anna Spena
Monica di Nunzio, 26 anni, napoletana. Lavora per l’associazione Social Innovation Society: «Mi occupo di valutazione di impatto attraverso l’analisi dei dati». La realtà con cui oggi Monica è assunta, l’aveva conosciuta già durante gli anni dell’università: «tramite un tirocinio», spiega. «Credo che il valore aggiunto del corso sia stato questo: la possibilità di conoscere e sperimentarsi con più realtà del mondo del privato sociale, e soprattutto la possibilità di farsi conoscere. Io ho svolto i tirocinio formativi con più di un ente».
Monica di Nunzio ha studiato a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, è un luogo simbolico di tutta la periferia della città. Vicino ai quartieri di Barra e Ponticelli, qui è dove si registrano gli indici più alti di dispersione scolastica e criminalità organizzata in Italia. Ma questo è anche il quartiere dove è nata una delle esperienze universitarie più innovative di tutto il Paese: un corso di laurea magistrale in innovazione sociale del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II, il primo in tutta Italia. Di Nunzio fa parte del primo gruppo di laureati del corso. Creare un presidio universitario in un luogo di disagio sociale è un segnale che vuole invertire la rotta e andare in una direzione diversa.
«Il corso di laurea magistrale in Innovazione sociale è stato pensato per chi ha voglia di migliorare il mondo, la propria città e la propria comunità», si legge alla prima riga della sua presentazione sul sito dell'Università. «Siamo partiti nel 2020 mettendo in campo una didattica a vocazione operativa, con approcci e tecnologie interattive», spiega Francesco Pirone, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro all’Università di Napoli Federico II e direttore del corso.
«Appena ieri abbiamo accolto i nuovi studenti con un evento di benvenuto che avvia il nuovo anno accademico. In una città segnata dall’allerta maltempo, ci siamo ritrovati nelle aule di San Giovanni e contestualmente sulla piattaforma online, per fare orientamento – in particolare delle matricole – e rispondere alle domande sull’organizzazione didattica. Le prime impressioni sono positive. È il primo anno che comincia senza le limitazioni imposte dalla pandemie e le motivazioni, di studenti e docenti, sono decisamente alte».
Il corso ha l’obiettivo di formare esperti in analisi e gestione dell’innovazione sociale e ha come sbocco professionale principale l’economia sociale, con specifico riferimento agli ambiti dell'inclusione sociale, della promozione e valorizzazione civile e culturale, della qualificazione territoriale e della sostenibilità ambientale. «Questo corso», continua Pirone, «è nato per coprire il bisogno del Terzo settore di innovare e rinnovare i propri modelli organizzativi e formare figure professionali con competenze sull’economia sociale e in grado di affrontare le trasformazioni che il settore tra affrontando negli ultimi anni».
La particolarità di questa laurea magistrale sta proprio nel suo processo di costruzione, o per meglio dire, di co-progettazione: «l’abbiamo sviluppato», continua Pirone, «insieme a una serie di attori significativi sul territorio, ma anche insieme a realtà nazionali del mondo dell’innovazione sociale, prime tra tutti la Fondazione Con il Sud».
Tra le altre: Qualcosa di diverso, Trerrote, L’Orsa Maggiore, ItalianInstitute for the Future, IF-ImparareFare, Maestri di Strada, Fondazione Banco Di Napoli, Corpo Italiano di San Lazzaro, Fondazione Massimo Leone, Dream Team, CGIL Campania, Se.Po.Fà, Twoplustwo, Dedalus, Consorzio Co.Re., Fondazione Con il Sud, L'Altra Napoli Onlus, Cooperativa Lazzarelle.
Il non profit e le organizzazioni ibride nei prossimi anni affronteranno una vera rivoluzione. Il modello di welfare e quello di impresa tradizionale fanno fatica a rispondere ai bisogni sociali. Il terzo settore invece può farlo. Fondazioni di comunità, cooperative sociali sono una risposta concreta. E per questo bisogna andare verso organizzazioni che sempre più siano in grado di mixare elementi del non profit ed elementi delle aziende for profit.
Il corso insiste su tre aree: quella della sociologia, quella delle scienze sociali e quella economico-manageriale. Si propone di fornire una formazione scientificamente fondata nella più aggiornata ricerca accademica ed empiricamente validata da esperienze, progetti e pratiche sociali concreti. L’attività didattica integra lezioni teoriche con esperienze applicative, confronti tra accademici ed esperti esterni, accompagnando gli studenti nel mettersi alla prova pratica con la ricerca scientifica, laboratori didattici, project work ed esperienze di ricerca-intervento concrete.
Questa integrazione tra teoria e pratica è stata possibile proprio grazie all’estesa rete di collaborazione con organizzazioni che hanno partecipato alla definizione del progetto formativo e che stanno accompagnando lo sviluppo del corso, partecipando alla didattica attraverso la collaborazione ai project work e alla costruzione dei tirocini formativi previsti dal piano di studi.
Il Corso di laurea magistrale in Innovazione sociale è integrato alla Laurea Freemium di Federica Web Learning in Innovazione sociale. Questo strumento innovativo consente di seguire gratuitamente e online in modalità asincrona un intero corso di laurea in formato MOOC (Massive Open Online Courses). Per chi è già iscritto alla Federico II, le lauree freemium rappresentano una doppia possibilità di studio (online e on campus) per approfondire il proprio percorso di studi e prepararsi agli esami; per chi, invece, non è ancora iscritto all'Università le lauree freemium sono uno strumento per iniziare a familiarizzare con dei veri e propri corsi universitari anche se a distanza. Si può quindi studiare online attraverso contenuti pensati specificamente per il web.
Il corso sta provando ad innovare anche la didattica, attraverso l'adozione di metodologie e tecnologie didattiche basate sul web, in un percorso di studi accademico che integra le aule fisiche della Federico II con quelle virtuali di Federica Web Learning. Si tratta di un format che rappresenta in sé già un'innovazione sociale: tutti gli insegnamenti sono ideati per essere integrati con i MOOC della piattaforma di Ateneo Federica Web Learning a disposizione di chiunque sia interessato. La didattica digitale integrata mette a disposizione un modo di studiare e apprendere collaborativo, rivolto sia a chi deve approcciarsi al mondo del lavoro, sia ai professionisti che già vi operano. La parte digitale dei corsi, infatti, è aperta a tutti, gratuitamente, e accessibile on demand in qualunque momento.
Ad oggi sono circa 50 gli studenti immatricolati per ogni anno accademico. «Un buon risultato considerando che siamo partiti nel 2020 nel pieno dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus», aggiunge Pirone. «Ma abbiamo già chiare le prospettive di sviluppo: da un lato far crescere ancora di più la comunità di soggetti del Terzo settore anche all’interno di strutture di ricerca, troveranno nel laboratorio interdisciplinare di innovazione sociale la loro casa, per sviluppare insieme progetti di imprenditoria sociale sul territorio. E poi puntiamo all’internazionalizzazione, a spingere nel progetto Aurora, l’evoluzione dell’Erasmus. É fondamentale rafforzare i progetti di mobilità internazionale».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.