Politica

De Palo: «La priorità adesso è fare squadra per famiglie e natalità»

Il presidente del Forum Famiglie: «Un premier non è mai uguale al leader di partito che ha fatto la campagna elettorale, mettiamo alla prova chi ha vinto e giudichiamolo su questo. Servono interventi urgenti per le famiglie e per la natalità: subito più risorse per l'assegno unico e scelte che in dieci anni ci portino a 500mila nuovi nati. Senza questo, crolla il paese. La delega alla famiglia? Sarebbe un atto di coraggio darla al ministro per l'Economia»

di Sara De Carli

C’è una cosa sola da fare, adesso: «fare squadra». Così Gigi De Palo – presidente del Forum delle Associazioni Familiari e della Fondazione per la Natalità, uno è stato più volte in pazza con i passeggini vuoti e insieme che nel maggio 2021 è riuscito a far aprire la prima edizione degli Stati Generali della Natalità a Papa Francesco e al presidente del Consiglio Mario Draghi – questa mattina commenta gli esiti delle elezioni. «Il mio motto dopo le elezioni è sempre lo stesso da anni: chi c’è, c’è. Non esisterà mai il partito o la coalizione che ci rappresentano al 100%. Tra chi mi leggerà c’è chi ha votato Giorgia Meloni e chi non l’ha votata, chi la stima e chi non la sopporta… Giorgia Meloni ha nettamente vinto queste elezioni. Brava, non c’è che dire. Adesso piaccia o non piaccia, se tutto andrà come dovrebbe andare lei sarà il presidente del Consiglio di tutti, anche di chi non l’ha votata. Al di là del tifo e delle divisioni, ricordo che un premier non è mai uguale al leader di un partito che ha fatto la campagna elettorale», ha scritto questa mattina su Facebook. «Il Forum delle Associazioni Familiari sarà sempre il solito pungolo affinché la vita delle famiglie italiane migliori e riparta la natalità. Abbiamo davanti sfide importanti, ricordiamoci che al di là del colore dei governi siamo italiani. Mettiamo alla prova chi ha vinto le elezioni e giudichiamolo su questo, non su una sorta di una superiorità ideologica che – lo abbiamo visto – rafforza solo chi ne è vittima. Cresciamo nella cultura politica e nella qualità della nostra cittadinanza. E auspichiamo che il prossimo Governo aiuti l’Italia a vincere le sfide che avrà davanti nel prossimo futuro. Il tempo è complicato e abbiamo bisogno di fare squadra».

De Palo, l’appello a fare squadra è indice di una posizione di terzietà dell’associazionismo?

Più che terzietà è lo stile di sempre dell’associazionismo e della società civile: siamo abituati – e chiamati – a cucinare una cena buona con quello che si ha in frigo. Chi c’è, c’è, l’obiettivo è fare scelte che permettano alla natalità di ripartire e che migliorino la vita delle famiglie. Ognuno ha le sue visioni politiche, io da sempre evito di schierarmi perché l’obiettivo del mio lavoro non è tifare per un partito o per un altro, ma migliorare la vita delle famiglie. Si deve saper lavorare con tutti perché se così non fosse, visto il numero dei Governi che si sono susseguiti in questi anni nel nostro Paese, non saremmo riusciti ad ottenere nulla. Tutti, nessuno escluso, ciascuno dal suo ruolo o responsabilità, è chiamato a spaccarsi la schiena per il bene comune. E questo vale sempre, chiunque vinca le elezioni: la mia urgenza, il mio impegno, la mia passione sarebbero sempre gli stessi. D’altronde la democrazia è una cosa seria, non è che ci può andare bene solo quando vince una parte.

Il programma di Fratelli d’Italia ha come primo punto il sostegno della natalità e della famiglia. C’è la promessa del quoziente famigliare e nel frattempo un aumento degli importi attuali dell’assegno unico: oggi l’importo massimo è di 175 euro a figlio, nel programma di FdI c’è scritto 300 euro a figlio per il primo anno di vita e 260 fino ai 18 anni.

Il documento che noi abbiamo mandato come Forum a tutti i leader di partito e che io ho mandato personalmente su whatsapp a ciascun leader, oggettivamente – adesso lo posso dire senza creare polemiche visto che le elezioni ci sono già state – è stato preso in considerazione da Fratelli d’Italia e dal Terzo Polo più che da altri partiti. Ora c’è da trasformare in concretezza quel programma e quell’aver formalmente dato il primo posto al tema della famiglia e della natalità. C’è da dare carne e sangue alle indicazioni scritte in un programma elettorale. Se si fa il quoziente famigliare, cambia il paese. Ma c’è anche da dire che non so quanto flat tax e quoziente familiare siano compatibili… cercheremo di capirlo.

«Quando “diventi” istituzionale cambi sguardo, postura, visione, stile… le istituzioni ti trasformano dal di dentro», ha scritto: una “rassicurazione” per chi non ha votato Meloni?

Un semplice dato di realtà. Io quando sono diventato presidente del Forum delle Famiglie sono cambiato: sono sempre la stessa persona ma allo stesso tempo ho dovuto necessariamente crescere nella capacità di mediazione. Prima venivo da una singola associazione, poi mi sono trovato a rappresentare un’associazione di secondo livello che doveva fare sintesi tra oltre 500 associazioni specifiche. Cambia tutto. È un approccio completamente diverso al mio servizio. Un leader di partito quando diventa presidente del Consiglio ha per forza un approccio diverso, non è più il leader che deve dare voce a una parte del Paese, solamente ai suoi elettori, ma deve rappresentare tutti. Lo abbiamo già visto anche con il Movimento 5 Stelle. La responsabilità di governo è fatta di mediazione, di rappresentare tutti, di concretizzare le cose che hai detto: questa è la realtà. Entrare nelle Istituzioni ti istituzionalizza e modifica il tuo approccio. Già ieri sera, nelle prime dichiarazioni di Giorgia Meloni, ho notato uno stile diverso, più pacato. Chiedeva collaborazione anche alle opposizioni per le sfide future.

Il nuovo governo e il nuovo parlamento, da dove dovranno partire?

Nei giorni scorsi sono usciti i dati Istat sulla natalità, ancora più preoccupanti: le stime dicono che nel 2022 avremo appena 385mila nuovi nati, un crollo ulteriore rispetto ai 399.431 nati del 2021. Se non si fa nulla per interrompere questa spirale, nel 2023 saranno ancora meno. Occorre fare qualcosa di concreto, immediatamente. Adesso c’è la legge di bilancio: tutte le forze politiche nei loro programmi concordavano su una cosa: mettere più risorse sull’assegno unico che, tra l’altro, è l’unico modo per aiutare davvero le famiglie a pagare le bollette. I bonus non servono perché – lo abbiamo visto – non arrivano alle famiglie che ne hanno più bisogno perché non tengono conto della composizione familiare, ma solo del reddito. E così intanto affrontiamo l’inverno. La nostra proposta fatta in campagna elettorale è che ci sia un Commissario per la natalità che abbia un grande peso politico e che lavori gomito a gomito con il prossimo Ministro dell’Economia, perché Pil e natalità sono collegati, welfare e natalità sono collegati, sistema pensionistico e natalità sono collegati… L’obiettivo di questo commissario deve essere quello di arrivare in dieci anni a 500mila nuovi nati l’anno. Il professor Blangiardo, il presidente dell’Istat, dice che si può fare. Non riusciremo più a tornare al numero di nati che avevamo prima del 2008 ma almeno non crolla tutto. L’obiettivo del paese, in questo momento è che non crolli tutto.

Ha chiesto anche un ministro per la Famiglia con portafoglio…

In questa legislatura si è riusciti a fare un miracolo perché è stato fatto l’assegno unico con un ministro per la Famiglia che non aveva portafoglio. La ministra Bonetti è stata molto brava ed è stata bella la cooperazione che – anche grazie al nostro lavoro dietro le quinte – si è venuta a creare tra tutte le forze politiche che hanno votato la legge all’unanimità. È stata una grande conquista. Se il ministro per la Famiglia avesse il portafoglio, le cose cambierebbero. Anzi, dico di più, ci vorrebbe il coraggio di dare al prossimo ministro dell’Economia la delega alla famiglia e alla natalità. Sarebbe il segnale che il governo ha compreso veramente che il tema delle famiglie è nevralgico. Meglio un Ministro all’Economia che abbia anche una delega e un mandato forte sulle politiche familiari che un Ministro alla Famiglia debole e incapace di incidere.

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