Cultura

Nella sanità? Budget ha la meglio su bene malati

Lo denuncia, in un’intervista di oggi ad "Avvenire", il direttore di Farmindustria Ivan Cavicchi che lancia l'allarme: “Tra poco avremo farmaci solo per ricchi”

di Paolo Manzo

Sul progresso scientifico ed i rischi della tecnocrazia si parla spesso. Ma raramente per criticare il nuovo che avanza, soprattutto in un settore di pubblico interesse come quello della sanità. Il Direttore generale di Farmindustria, Ivan Cavicchi, partecipando ad un Forum intervista sul quotidiano cattolico Avvenire lo ha fatto. Con lucidità e coraggio. Ecco alcuni stralci del suo intervento. ?La tendenza nel settore sanitario oggi?, spiega ?è di delegare a tecnici scelte che dovrebbero essere squisitamente politiche. Il budget definito nella sanità pubblica per ogni tipo di patologia (i cosiddetti diagnostic related groups o drg, ndr), le linee guide per i ricoveri, sono solo modelli di un sapere tecnico imposti alla sanità. L?amministrazione della sanità subordina il diritto costituzionale alla salute ai limiti dei costi previsti dalle Asl. La nostra sanità è?.bilanciofrenica. È il dominio dei tecnocrati che dicono ai medici: per curare devi usare questo, questo e questo per un tot di tempo. Mentre il medico di famiglia integra sempre teoria e pratica, la sanità di oggi idolatra le statistiche. I tecnocrati oggi amministrano il malato e decidono, sostituendosi alla politica?. Ma allora come si esce dall?impasse secondo il direttore di Farmindustria? ?Con il federalismo inteso come redistribuzione del potere tra tecnocrazia e società. Comunque credo che la determinazione del livello minimo di assistenza sanitaria cui il cittadino ha diritto non può essere delegata ai tecnici, come avviene oggi??. Ma il futuro come lo vede, dal suo osservatorio privilegiato? ?Posso rivelare che entro due,tre anni avremo sul mercato farmaci personalizzati, che tengono conto del patrimonio genetico dei pazienti. Farmaci su misura per malattie assai gravi come alcuni tipi di neoplasie. Ma sono prodotti che costeranno un?enormità, anche 15mila euro. Come potrà la sanità pubblica garantire a tutti queste terapie? Probabilmente non potrà farlo e il risultato sarà una società spaccata in due, divisa tra chi può e chi non può curarsi da malattie mortali? Il problema maggiore?, continua Cavicchi, ?è che ci stiamo avviando non solo verso una razionalizzazione delle risorse ma verso un vero e proprio razionamento; e la titolarità di scelte così gravi non può essere affidata ai tecnocrati. Il rapporto tra etica ed economia dovrebbe risolversi in equità, in giusta distribuzione delle risorse. Ecco mi pare proprio?, conclude Cavicchi, ?che, per quanto riguarda sanità e medicina, la tecnocrazia gestisca assai male il rapporto?. E se lo dice il direttore di Farmindustria?


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