Cultura

Cnr: nel 2001 più di 50 mln ettari coltivati a ogm

Il 19% in più rispetto all'anno precedente. E 5 milioni e mezzo di agricoltori in tutto il mondo coinvolti in questo settore, rispetto ai 3 milioni e mezzo dell'anno precedente...

di Paolo Manzo

Più di 50 milioni di ettari coltivati a Ogm nel 2001, il 19% in più rispetto all’anno precedente. E ben 5 milioni e mezzo di agricoltori in tutto il mondo coinvolti in questo settore, rispetto ai 3 milioni e mezzo dell’anno precedente. Alla straordinaria diffusione dell’ingegneria genetica in campo agroalimentare, però, fa da contraltare la convinzione della estrema pericolosità di questo tipo di produzione. Questa la ‘fotografia’ emersa al Convegno promosso dal Consiglio nazionale delle ricerche su ‘Ogm: le biotecnologie alla prova dei fatti’, in corso a Roma. Quella sugli Ogm, dice Roberto Defez, ricercatore dell’Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli, è ”una vera e propria campagna di disinformazione. La Commissione Europea ha recentemente reso noti i risultati di uno studio durato 15 anni, che ha impegnato centinaia di ricercatori pubblici, con una spesa complessiva di 70 milioni di euro. Ebbene, è emerso che le piante geneticamente modificate non comportano alcun rischio né per la salute umana né per l’ambiente. Anzi, tenendo conto della tecnologia più precisa e dei maggiori controlli, si può dire che queste colture sono addirittura più sicure”. Ma le ‘superpiante’ fanno paura. ”Nell’opinione pubblica”, spiega Defez, “prevale spesso il lato emotivo su quello razionale. Ma una maggiore informazione può senz’altro favorire lo sviluppo di una tecnica che, come riconosce anche l’ultimo rapporto dell’Agenzia per lo Sviluppo delle Nazioni Unite, rappresenta probabilmente l’unico strumento per incrementare la produzione agricola nelle aree ecologicamente marginali del pianeta”. Tasto dolente, i soldi per la ricerca. Gli Stati Uniti hanno aumentato nel 2002 il finanziamento del 13,5% rispetto all’anno precedente. E, in particolare, il National Institute of Health raddoppierà il suo budget in 6 anni (1998-2003), destinandone una parte allo sviluppo degli Ogm. ‘ ‘In Italia, invece – conclude il ricercatore – il progetto Biotecnologie del Cnr, diretto da Antonio De Flora, non potrà essere portato a termine”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA