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Haiti, assassinato il presidente Jovenel Moise
«Il Paese è bloccato, la circolazione sospesa e le frontiere chiuse. Nessuno esce di casa», racconta Fiammetta Cappellini responsabile ong Avsi in Haiti. «La situazione nel Paese era altamente instabile da diversi mesi e abbiamo assistito all’aumento delle violenze da parte delle bande armate. Qui gran parte della popolazione dipende da aiuti umanitari che ora sono fermi»
di Anna Spena
Jovenel Moise, 53 anni, presidente di Haiti dal 2017. La scorsa notte una banda armata, non ancora identificata, ha fatto irruzione nella sua abitazione ferendo mortalmente lui, e – anche se la notizia non è stata ancora confermata – sua moglie Martine Marie Etienne Joseph. Il primo ministro uscente Claude Joseph, a ha assunto le redini del Paese.
«Il Paese è bloccato, la circolazione sospesa e le frontiere chiuse. Nessuno esce di casa», racconta Fiammetta Cappellini responsabile ong Avsi in Haiti. «La situazione nel Paese era altamente instabile da diversi mesi e abbiamo assistito all’aumento delle violenze da parte delle bande armate».
Da oltre tre anni nel Paese, che vive una profonda crisi politica, economica e sociale, si chiedevano le dimissioni di Moise che era anche coinvolto in uno scandalo per corruzione, accusato insieme ad altri ministri e funzionari di aver gestito fondi in modo illecito per un giro d’affari di due miliardi di dollari.
«L’opposizione a questo presidente era fortissima», continua Cappellini. «Ma come organizzazione siamo molto preoccupati per la popolazione, in particolare per chi vive nei quartieri e nelle zone più vulnerabili. Qui gran parte della popolazione dipende da aiuti umanitari che ora sono sospesi e non sappiamo quando le organizzazioni potranno tornare ad essere operative perchè la sicurezza degli operatori deve essere garantita prima di riprendere le attività».
Credit Foto Sintesi
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