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Marche, Bentivogli: l’alluvione ci ricorda l’assenza di cura della nostra terra

«I danni sono incalcolabili», dice Marco Bentivogli, coordinatore e co-fondatore di Base Italia, ora candidato con Pd nel collegio uninominale di Marche Nord. Al momento dell’alluvione si trovava tra Pesaro e Ancona. «Ogni anno il fiume Misa rompe gli argini e allaga Senigallia. Perché gli argini non vengono messi in sicurezza prima? Eppure le Marche sono una delle Regioni più esposte al dissesto idrologico». I volontari della protezione civile, i vigili del fuoco, la Croce Rossa, stanno lavorando senza sosta: «è la società civile che nelle emergenze recupera i ritardi della politica»

di Anna Spena

È salito a dieci il bilancio ufficiale delle vittime dell’alluvione che la scorsa notte si è scatenata sulle Marche, quattro i dispersi, cinquanta i feriti. «A Cantiano, Sassoferrato, Arcevia e Serra Sant’Abbondio la situazione è gravissima», racconta Marco Bentivogli, attivista, sindacalista, coordinatore e co-fondatore di BASE ITALIA, ora candidato al Senato con Pd nel collegio uninominale di Marche Nord, che al momento dell’alluvione si trovava tra Pesaro e Ancona.

«Nell’entroterra di Pesaro-Urbino e Ancona i danni sono incalcolabili. Sono state devastate abitazioni, attività produttive e commerciali. Adesso bisogna verificare se l’allarme meteo era stato comunicato tempestivamente e correttamente, l’impressione è che nessuno avesse avuto avvisaglie di un disastro di questa portata, ripeto i danni sono incalcolabili. E nella giornata di domani sono previste altre piogge molto forti, in queste ore delicate e critiche è fondamentale il lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile che devono recuperare il più possibile, liberare le strade e procurare il prima un alloggio per gli sfollati. Ho già chiesto a mezzanotte di ieri di sospendere la campagna elettorale in Regione.

Tutte le nostre energie ed impegno vanno dedicate all’emergenza che ha priorità su qualsiasi cosa»

Ma si può davvero parlare di strage improvvisa? «Tutti», continua Bentivogli, «classificano l’alluvione come un evento estremo. In realtà ci troviamo davanti a due eventi estremi: prima la siccità e poi questa bomba d’acqua. Ma non è la prima volta. Perché negli ultimi anni questi due eventi estremi si sono ripetuti più di una volta e sempre in relazione l’uno con l’altro. Ogni anno il fiume Misa rompe gli argini e allaga Senigallia. Perché gli argini non vengono messi in sicurezza prima? Ci sono problemi seri di capacità di governo del territorio rispetto alla gestione del disegno idrologico». Eppure «le Marche sono una delle Regioni più esposte al dissesto idrologico, e non è un fatto di cui possiamo occuparci post, a tragedia avvenuta. La questione è stata per troppo tempo sottovalutata e così le aree interne, le più colpite, si stanno poco alla volta spopolando. Ripeto dobbiamo mettere in sicurezza gli argini dei fiumi, prevenire le esondazioni, ed essere in grado di dare l’allarme per tempo».

I volontari della protezione civile, i vigili del fuoco, la Croce Rossa, stanno lavorando senza sosta: «è la società civile e i volontari che nelle emergenze vanno a recuperare i ritardi della politica, la non curanza, la distrazione, la superficialità».

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