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Quei corpi dei bambini gettati in mare dai compagni di viaggio
È quanto emerge dalle prime testimonianze raccolte dall’Unhcr a Pozzallo (Ragusa), dove oggi sono arrivati 26 naufraghi visibilmente denutriti e con segni di desquamazione della pelle. Durante il viaggio interminabile dalle coste della Turchia, sono morte sei persone, tra cui bambini di 1 e 2 anni. I corpi in stato di putrefazione sono stati gettati in mare
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Sono stati gettati in mare dai loro compagni, in un viaggio interminabile durato più di 10 giorni dalle spiagge della costa turca.
È quanto emerge dalle prime informazioni raccolte dal team dell’Unhcr, l'Agenzia Onu per i rifugiati, da sempre presente in Sicilia nei luoghi di sbarco.
A giungere nel porto del Ragusano scortati da una motovedetta della guardia costiera sono stati 26 siriani e afghani, tutti in condizioni precarie di salute: “E’ da anni che non li vedevamo arrivare in questo stato”, racconta a Vita il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. I migranti visibilmente denutriti mostravano segni di desquamazione della pelle. Durante il viaggio forse per alleggerire il peso dell’imbarcazioni o per restituire le vite al mare si sono dovuti sbarazzare dei corpi in stato di putrefazione, quelli di bambini di 1 e 2 anni, un ragazzino di 12 e tre donne, morti di sete, come spesso capita in questi lunghi viaggi interminabili.
Il team dell’Unhcr continuerà a raccogliere le testimonianze dei superstiti che dopo giorni di richieste d’aiuto erano stati soccorsi a largo delle coste orientale libiche da un mercantile battente bandiera liberiana e successivamente raggiunti da un altro mercantile italiano. É stata quindi resa necessaria l’evacuazione di una bambina in grave stato di disidratazione che, insieme alla madre, è stata trasferita a Malta.
I naufraghi sono stati poi tutti trasbordati – a circa 80 miglia a largo di Siracusa – nella motovedetta CP325 della guardia costiera italiana e condotti in salvo a Pozzallo. L’equipaggio a bordo della nave liberiana riferiva di non aver trovato corpi privi di vita a bordo, perché purtroppo i compagni di viaggio li hanno dovuti riconsegnare al mare. Tra loro c’erano i corpi di bambini di 1 e 2 anni, di un ragazzino di 12 anni e di tre donne.
Una tragedia che si aggiunge a quella della piccola Loujin, la bimba siriana di 4 anni morta di sete a bordo di un barcone partito dal Libano. Una storia che è stato possibile ricostruire attraverso l’attivista Nawal Soufi: "Loujin è morta a causa delle politiche europee. È morta tra le braccia della madre mentre diceva: mamma ho sete".
Oggi si aggiungono i corpi di altri bambini, gettati in mare con estremo dolore dai loro stessi compagni di viaggio.
Foto in apertura di Danilo Balducci, Agenzia Sintesi.