Non profit

Con Ant per la sfida dell’assistenza domiciliare ai più fragili

«I fondi del 5permille sono indispensabili per poter potenziare il nostro intervento rispondendo in maniera sempre più tempestiva e puntuale alle necessità di chi è malato», sottolinea la presidente, Raffaella Pannuti

di Raffaella Pannuti

In questi lunghi mesi si è parlato tanto di proteggere e mettere in sicurezza i fragili e i malati cronici, dell’importanza della medicina territoriale, di assistenza domiciliare: è quello che con Ant facciamo ogni giorno, gratuitamente, da oltre quarant’anni e abbiamo continuato a fare con ancora maggiore determinazione dallo scoppio della pandemia.


Le équipe sanitarie della Fondazione, presenti in 29 province italiane, sono sempre operative sia per pazienti che necessitano di una presa in carico dei bisogni complessi che si accompagnano alla inguaribilità e al fine vita, sia per pazienti in fase precoce, che abbiano bisogno di aiuto a gestire gli effetti avversi delle terapie oncologiche.

Anche in questo anno complicato abbiamo dimostrato grande flessibilità: nonostante l’epidemia abbiamo seguito a domicilio 9.254 pazienti oncologici (solo per il 50% di essi i costi sono stati sostenuti in convenzione con SSN), oltre 100 in più rispetto all’anno precedente. Abbiamo affiancato le famiglie, offrendo sostegno psicologico anche a 1.400 caregiver e familiari. L’assistenza domiciliare non quindi ha subìto riduzioni durante la pandemia, crescendo sensibilmente anzi in alcune zone specifiche e la durata media (116 giorni) è rimasta in linea con gli anni passati.

Davanti a noi come comunità abbiamo tante sfide da affrontare e potremo avere successo solo se saremo capaci di cogliere il momento difficile della pandemia e – prendendo a prestito dalla psicologia il concetto di crescita post-traumatica – farne un volano per un cambiamento positivo.

Da un lato dobbiamo tenere conto del progressivo invecchiamento della popolazione, una conquista della scienza medica che ha permesso di aumentare notevolmente l’aspettativa di vita ma a cui si accompagnerà una crescita progressiva dei bisogni assistenziali complessi, ai quali i sistemi socio-sanitari dovranno essere sempre più in grado di rispondere garantendo a tutti percorsi di cura appropriati e personalizzati, con particolare attenzione alle disuguaglianze di salute. A questo si aggiunge ora la necessità, evidenziata dall’epidemia e inserita anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di fare della casa il primo luogo di cura anche con il supporto delle tecnologie, per poter rispondere in maniera efficace ed efficiente ai bisogni crescenti della popolazione.

Ant si inserisce perfettamente in questo contesto offrendo un modello di assistenza replicabile, facilmente integrabile nel Sistema Sanitario Nazionale e che garantisce un’ottimizzazione delle risorse.

I fondi del 5permille sono indispensabili per poter proseguire in questa direzione e potenziare l’intervento di Ant, rispondendo in maniera sempre più tempestiva e puntuale alle necessità di chi è malato e garantendo continuità assistenziale al domicilio in ogni condizione, anche in caso di emergenze sanitarie. Ant infatti finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati cittadini, al contributo del 5permille e a lasciti e donazioni. Solo il 15% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici.


*Raffaella Pannuti, presidente Fondazione Ant Italia Onlus

Cover photo by Matteo Biatta

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