Volontariato
Chiude l’accampamento di Jalozai, in Pakistan
Complessivamente dalla fine di novembre circa 45mila afghani sono stati trasferiti da Jalozai in 5 nuovi campi dell'UNHCR
di Redazione
L’ultimo convoglio di afghani ha lasciato oggi l’accampamento di Jalozai, concludendo così l’operazione congiunta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e del Governo pakistano durata tre mesi e mirata a chiudere l’inadeguato e misero accampamento di Jalozai, nel Pakistan nord-occidentale. Complessivamente dalla fine di novembre circa 45mila afghani sono stati trasferiti da Jalozai in 5 nuovi campi dell’UNHCR, nei quali i rifugiati ricevono assistenza e un alloggio adeguati.
“Per la maggior parte dello scorso anno, Jalozai ha costituito la tragica e visibile testimonianza della terribile condizione degli afghani in fuga da decenni di guerra, abusi, siccità e stenti” ha dichiarato a Ginevra l’Alto Commissario Ruud Lubbers. Dalla sua prima visita a Jalozai, all’inizio del 2001, Lubbers si è impegnato affinché tale sito venisse chiuso.
“La sola esistenza di un campo come Jalozai costituiva un triste ricordo dell’indifferenza della comunità internazionale per la situazione afghana prima dei tragici eventi dell’11 settembre 2001” ha proseguito Lubbers. “La definitiva chiusura di oggi, testimonia il rinnovato impegno della comunità internazionale per contribuire a porre fine alle sofferenze della popolazione afghana e per sostenere paesi d’asilo come il Pakistan che negli ultimi anni hanno sopportato un notevole onere”.
A partire dalla fine del 2000, Jalozai, circa 40 km a est di Peshawar, è diventato la precaria residenza di decine di migliaia di afghani che avevano costruito rozzi alloggi di plastica, tela e altri rottami sul terreno che spesso con le piogge si allagava.
Il governo pakistano – paese che già ospitava oltre 2 milioni di rifugiati afghani di vecchia data, largamente ignorati dalla comunità internazionale – era inizialmente contrario a riconoscere ufficialmente i nuovi arrivi. Alle agenzie umanitarie non era possibile registrare i rifugiati e molti, soprattutto bambini, sono morti mentre gli operatori umanitari tentavano di fornire loro una qualche assistenza.
L’UNHCR, il Programma Alimentare Mondiale (PAM-WFP), International Rescue Committee, Shelter Now International, altre agenzie e molti donatori privati hanno fornito qualche tipo di assistenza. Un anno fa l’UNHCR è stato autorizzato a trasferire circa 60 mila persone da Jalozai al vicino campo di New Shamshatoo. Ma altre migliaia di afghani in condizioni disperate sono affluite a Jalozai portando nuovamente l’accampamento al limite della capienza.
Con l’arrivo in Pakistan di circa 250mila nuovi rifugiati afghani nei mesi successivi agli attacchi terroristici dell’11 settembre, l’attenzione della comunità internazionale si è nuovamente concentrata sui programmi di assistenza in Pakistan. L’UNHCR ha ricevuto l’approvazione da parte del governo ad allestire nuovi campi nelle zone di frontiera del paese, rendendo possibili le operazioni di trasferimento che hanno poi permesso di chiudere – oggi – l’accampamento di Jalozai.
Complessivamente, il Pakistan ospita oltre 2 milioni di rifugiati afghani, molti dei quali si trovano in insediamenti di vecchia data. Altri vivono sparsi in tutto il paese. I 14 nuovi campi e un centro di transito allestiti dopo l’11 settembre nella provincia della Frontiera Nord-Ovest (NWFP) e nel Baluchistan ospitano attualmente circa 189mila “nuovi” rifugiati afghani, tra i quali anche quelli trasferiti da Jalozai. Con il sostegno del governo, l’UNHCR ha individuato siti che potranno ospitare fino a 250mila persone e continuerà a trasferirvi gli afghani che si trovano nelle aree di Quetta e Peshawar che hanno urgente necessità di protezione e assistenza.
Gli afghani costituiscono la più numerosa popolazione di rifugiati di cui si occupa l’UNHCR, con oltre 3,7 milioni di rifugiati in tutto il mondo. Di questi almeno 2 milioni si trovano in Pakistan e oltre 1,5 milioni in Iran.
Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, l’UNHCR quest’anno ha in programma di assistere 1,2 milioni di afghani tra rifugiati e sfollati a tornare alle proprie case in un programma di rimpatrio che dovrebbe cominciare a marzo. Decine di migliaia di rifugiati comunque stanno già tornando a casa spontaneamente dal Pakistan e dall’Iran e, nel solo mese di gennaio, sono già rimpatriati oltre 105mila.
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