Famiglia

No global: italiani conoscono Seattle, non il Wto

Lo dice un'indagine commissionata da Arel, organizzazione vicina al Wto

di Gabriella Meroni

Conoscono il Popolo di Seattle e lo giudicano negativamente, ma pochi sanno che cos’e’ la Wto e la confondono con il G8: gli italiani, dell’Organizzazione mondiale del Commercio, ne sanno ben poco. Lo rivela un sondaggio condotto dall’Eurisko, commissionato dall’Agenzia di ricerche e legislazione (Arel), e presentato oggi dal segretario generale dell’Arel ed ex ministro dell’Industria, Enrico Letta, nel corso del convegno ‘Il Wto, il dopo-Seattle e la Conferenza di Doha’. Dalla ricerca emerge che il 52,1% del campione intervistato, composto da 1.000 persone di eta’ superiore ai 15 anni, non sa in quale occasione si sono verificate le prime manifestazioni del movimento No Global. Il 29% afferma che gli incidenti verificatisi a Seattle nel ’99 erano una protesta contro il G8, mentre solo il 7% sa che le prime manifestazioni ‘No Global’ si sono avute nel corso del vertice della Wto. Il 38% del campione giudica negativamente i movimenti antiglobalizzazione, a fronte di un 31% che non ha saputo rispondere alla domanda ”Qual e’ il suo giudizio sui movimenti antiglobalizzazione formatisi a partire dal cosidetto Popolo di Seattle?”. Ma la confusione di informazione domina ancora piu’ incontrastata sugli obiettivi attualmente perseguiti dal Wto. Il 41% degli intervistati non e’ in grado di rispondere, mentre un 24% afferma che ”rafforza la crescita dei grandi gruppi multinazionali’, contro un 19% convinto che ‘riequilibra il rapporto fra Paesi poveri e Paesi ricchi’. Nel corso del convegno, il dibattito si e’ poi spostato su Doha e sul dopo Doha, che apre scenari complessi e difficili. ”Il lancio del nuovo round – ha affermato Letta – non puo’ prescindere dalla riforma stessa della Wto come organismo. Serve una riforma che rafforzi i poteri sanzionatori dell’ organizzazione, che allarghi il consenso e che colleghi piu’ saldamente la Wto alle altre istituzioni internazionali”. ”Tutte le associazioni e i sindacati – ha invece dichiarato il vice ministro delle Attivita’ produttive con delega al Commercio con l’Estero, Adolfo Urso – hanno definito straordinario il successo di Doha per gli obiettivi raggiunti dall’Italia, cioe’ la multifunzionalita’ dell’agricoltura, la tutela dei prodotti Dop ed Igp, il riequilibrio fra le tariffe dei prodotti continentali e quelli del mediterraneo, la connessione fra pesca ed ambiente, e la riduzione dei picchi tariffari per i prodotti industriali”. Doha, ha continuato Urso, e’ inoltre da considerarsi un successo in quanto e’ stato il ”primo segnale di ripresa di fiducia negli organismi internazionali dopo gli attacchi dell’11 settembre”. ”Le prospettive che si aprono sono buone”, ha infine aggiunto il vice ministro, trovandosi d’accordo con Letta. Il segretario generale dell’Arel ha pero’ sottolineato che ”finche’ l’Unione europea non affrontera’ fino in fondo il tema agricolo, tutti i ragionamenti saranno solo parziali. La revisione della Pac – ha spiegato – deve essere fatta in un’Europa a 15 e non a 25”. Fra le maggiori difficolta’ del dopo Doha ci sono i tempi fissati e i temi dell’agenda negoziale.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA