Famiglia

Ragazze, a scuola. La ricostruzione vista da Kabul

A marzo in Afghanistan inizia il nuovo anno scolastico. Il commento di Orzala Ashraf, figura mitica per la difesa delle donne.

di Emanuela Citterio

La sera, quando vado a dormire, mi fa sentire in pace il pensiero che ciò che posso fare per il mio popolo lo sto facendo». Orzala è una giovane donna afgana di 26 anni. Il suo fisico fragile sembra quasi scomparire nel grande divano su cui è seduta con le gambe incrociate. è mite e risoluto, lo sguardo di Orzala Ashraf. è uno sguardo che sa raccontare molte cose e che rivela una concentrazione profonda su qualcosa, su un unico scopo. Chi l?ha vista lavorare nei campi profughi in Pakistan dice che difficilmente trova il tempo per dormire e per mangiare. Figlia di una docente universitaria e di un ingegnere, Orzala è profuga in Pakistan da quando aveva 14 anni. La vita è stata dura anche per lei, che apparteneva a una famiglia benestante e che ha avuto la possibilità di studiare. La sua famiglia è scappata da Kabul nell?89, con l?arrivo dei mujaiddin e la fine dell?occupazione sovietica. Appena ventiquattrenne, Orzala ha fondato Hawcha-Humanitarian assistance for women and children of Afghanistan, un?organizzazione che assiste le donne e i bambini in Pakistan e in Afghanistan. A quattro mesi dall?inizio dei bombardamenti, Hawcha (che può contare solo sulla solidarietà di piccoli gruppi in Spagna e Italia) ha assistito 8mila persone. Mille donne studiano nelle scuole nate clandestinamente in Afghanistan e 700 bambini nelle due scuole costruite nei campi profughi. «Alcuni segnali da parte del nuovo governo ci aiutano a sperare in un futuro diverso», dice Orzala. «È stato detto che ognuno avrà il diritto di studiare, di esprimere liberamente le proprie idee, di scegliere i propri rappresentanti a livello politico. Il ministro dell?Istruzione ha annunciato inoltre la riapertura delle scuole anche alle ragazze. Sappiamo però che molto è dovuto alla pressione della comunità internazionale», continua Orzala, «e che la mentalità di molti membri del nuovo governo non è cambiata». Per lei è solo una la chiave che può garantire agli afghani un futuro migliore, l?istruzione: «Il nostro Paese avrà bisogno delle persone che in questi anni hanno costruito una nuova società civile fuori dall?Afghanistan. Il compito di associazioni come la nostra sarà quello di mettere tutte le forze a servizio del nostro popolo e di collaborare con il nuovo governo». In un Paese dove più di un ventennio di guerre ha distrutto tutto ciò che c?era da distruggere, è difficile parlare di pace e sviluppo. «Ciò che è successo in questi ultimi mesi è stato terribile per la popolazione. I talebani sono crollati subito e questo dimostra che non si trattava di una forza indipendente: tolti gli appoggi economici e politici dei governi che li sostenevano si sono subito dispersi. È un?ulteriore prova che non erano necessari i bombardamenti per fermarli». «In ogni caso», afferma Orzala, «oggi ci troviamo davanti a una grande svolta. Se il nuovo governo metterà in pratica ciò che ha promesso e la comunità internazionale vigilerà, potrebbe davvero nascere per noi un nuovo giorno». Per conoscere Orzala, P.O.Box 646 – G.P.O. Peshawar – Pakistan, hawca@hawca.org Per contattare Sahar, rawa@rawa.org


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA