Non profit

Bruni: «Il 10 luglio tutti contro l’azzardo per uno SlotMob nel segno di Francesco»

La nuova normalità è arrivata e purtroppo non tutto è cambiato. L'azzardo sta per riprendere la sua corsa, bruciando legami, risorse, valori. Il 10 luglio è programmato uno SlotMob nazionale. Ecco come aderire e come organizzarne uno. Ne parliamo con il professor Luigino Bruni

di Marco Dotti

Il 21 giugno, primo giorno d'estate. Anche per l'azzardo che, da lunedì scorso, ha riaperto sale slot, scommesse, bingo e i cosiddetti corner, ovvero i punti vendita che rivendono azzardo di Stato pur avendo altre attività. Di fatto, l'intero comparto dell'azzardo di Stato è ripartito. Con quali effetti economici e quali conseguenze sociali?

Il professor Luigino Bruni è molto critico su questa scelta passata in sordina sui media nazionali. Proprio per questo è tra gli animatori e promotori dello Slot Mob, la manifestazione-mobilitazione che il prossimo 10 luglio che mira a coinvolgere migliaia di persone e commercianti che chiedono di farla finita con questa diseconomia che brucia risorse, compromette legami, pregiudica una vera – e sana – "ripartenza".

L'azzardo sta riprendendo piede…
Sta riprendendo piede con una forte complicità del Governo.

Parole forti…
Parole necessarie, perché il ritorno alla cosiddetta normalità sul tema dell'azzardo – ammesso si possa parlare di normalità in questo campo – è stata anticipata da una serie di iniziative vergognose, da parte dell'amministrazione pubblica: mi riferisco all'appello lanciato al non-profit di partecipare al design del biglietto della lotteria di fine anno. Un'iniziativa apparentemente marginale, ma che non lo è affatto.

In qualche modo, l'azzardo tenta di riconquistare un'egemonia insinuandosi nelle pieghe delle fragilità…
È un tentativo da parte delle corporations di avere una legittimazione etica per un business assolutamente non etico.


L'azzardo non è un problema quando diventa patologico. Tutto l'azzardo è patologico

Luigino Bruni

Da qui l'importanza dello Slot mob del 10 luglio?
Proprio perché per "ripulirsi" le società del gioco d'azzardo tentano di insinuarsi nelle organizzazioni della società civile, noi ripartiremo da lì: dalla società civile, dal basso, fraternamente, tutti assieme. Ribadiremo il nostro "no", che sarà un "no" corale e condiviso. Ci sono poveri, ci sono famiglie messe in ginocchio da questa crisi e siccome l'azzardo è una patrimoniale al contrario, in un momento come questo, riaprire all'azzardo significa favorire uno sviluppo delle disuguaglianze e delle sofferenze. Dobbiamo assolutamente impedire che l'azzardo si mangi quel poco che è rimasto. Non ci sono solo i fragili da vacchinare, ci sono i fragili da tutelare nei confronti dell'azzardo.

Lo Stato, oggi, si trova nuovamente in una situazione di ambiguità morale…
Finché lo Stato continuerà a dare le concessioni a multinazionali il problema non potrà risolversi. Le multinazionali hanno uno scopo chiaro sull'azzardo: servirsene per fare profitti, costi quel che costi. Siamo dentro una grande falsità alimentata dal grande bluff del "gioco legale" e del "gioco responsabile". L'azzardo non è un problema quando diventa patologico. Tutto l'azzardo è patologico.

L'azzardo non è un problema sanitario?
È un problema civile ed economico enorme e, in questo, è anche sanitario. In due anni di azzardo ci mangiamo le stesse cifre del Recovery Plan…

Da qui un appello alla società civile…
Un appello alle forze più limpide del Paese. Troviamoci il 10 luglio in dieci, cento, mille bar e locali d'Italia a giocare a biliardino o a bere un buon caffé in un locale senza slot… per dire il nostro no a questa situazione.

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