Mondo
Il cambiamento di rotta della cooperazione
Porto Alegre: esponenti della cooperazione internazionale, dopo aver messo in questione le loro pratiche, si orientano oggi verso il sostegno della società civile dei Paesi del Sud
di Redazione
Una svolta politica che non tutte le ONG hanno già operato. Per non parlare della cooperazione governativa, distaccata dalle realtà sociali e politiche del sud.
La cooperazione internazionale non-governativa cambia rotta. Un laboratorio animato dai ?fratelli degli uomini? che, durante il Forum Sociale Mondiale, in presenza di alcuni dei suoi partners del Brasile e dell?Equador, ha messo in luce questo cambiamento culturale.
All?indomani della colonizzazione, l?ONG inviava persone in quei luoghi per aiutare i Paesi del sud nel cammino verso lo sviluppo. Negli anni’ 80, essa comincia a cambiare registro ed afferma il concetto di partnership, un modo per aderire alla critica del neo-liberismo e di riconoscere la responsabilità del Nord. ?Si tratta di approfittare delle relazioni che abbiamo creato con i nostri partners, partecipando alla realizzazione di alcuni dei loro progetti per portare queste relazioni su di un piano che consenta di lottare insieme contro le cause profonde del sottosviluppo?, afferma Jean-Luc Pelletier, esponente dei ?fratelli degli uomini? per la Francia. Un?evoluzione che va verso l?era della corresponsabilità.
Ma le zone d?ombra sono ancora numerose: la pratica della maggioranza delle ONG non si situa in questa prospettiva e la collaborazione governativa resta ancora molto lontana rispetto ai reali bisogni dei Paesi del Sud. ?Lo sviluppo non può essere unicamente concepito nella sua dimensione economica. E? senz?altro questo errore che ha portato alla mancanza di prospettivapolitica nella collaborazione. Questa ha perso la sua capacità di intervenire sulle dimensioni macro-economica, cause della disuguaglianza?, ha affermato Doris Solis, equadoregna.
Principale accusata: la cooperazione governativa. Ad esempio, l?azione della cooperazione ufficiale belga di sostegno alla produzione di gamberetti dell?Equador, che ha drammaticamente deteriorato l?ecosistema della costa.
Al colmo dell?ironia, oggi è la cooperazione non governativa , che ripara ai danni con risorse finanziari molto inferiori di quelli a disposizione della cooperazione governativa.
Ugualmente, presa di mira è?l?onda di tecnicismo? dei progetti appoggiati dalla cooperazione. ?Invece di privilegiare la tecnica, sarebbe più utile rafforzare gli attivisti della società civile del Sud; lo sviluppo non è solo una questione di bisogni insoddisfatti; è necessario, invece considerarlo come un processo di approfondimento della libertà, della democrazia, delle capacità degli individui. Purtroppo questo modo di considerare la cooperazione è ancora poco diffuso?.
Questo è un modo per affermare che i protagonisti dello sviluppo non sono i piccoli progetti ma i grandi movimenti sociali che lavorano per la democratizzazione delle nostre società. Gli organismi competenti dei Paesi del Sud hanno ugualmente lamentato, con insistenza, la difficoltà di affrontare, nell?ambito della cooperazione, temi cruciali come l?immigrazione. Un appello lanciato alle forze democratiche del Nord affinché influiscano più fortemente sulle politiche di cooperazione dei loro Paesi.
Copyright © Mediasol.org (Véronique Berkani, Territoires) – Vita.it,
Verbatim copying and distribution of this entire article is permitted in any medium,
provided this notice is preserved
More info sul copyright: Scatta l’ora del copyleft
Articolo originale: Le virage de la coopération
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.