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G7: a Ottawa la Tobin Tax all’ordine del giorno

La Francia si è anche detta favorevole all'introduzione della Tobin Tax, la tassazione all'1% di tutte le transazioni finanziarie speculative con ricavato da destinare ai Paesi più poveri

di Redazione

Aprire un dialogo con i no global. Continuare, anche dal punto di vista finanziario, la lotta al terrorismo. Sicuri che, ormai, il peggio della recessione è passato. Così, al vertice del G7 di Ottawa, i grandi dell?economia hanno steso ieri un programma di intenti per i prossimi mesi. Innanzitutto, l?impegno sarà quello di avviare formalmente un dialogo con le organizzazioni non governative. La questione, ha raccontato il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, è stata posta dal ministro delle Finanze di Parigi, Laurent Fabius, anche se questo, ha rilevato il numero uno di via Nazionale, “apre un problema sulla rappresentanza”. La Francia si è anche detta favorevole all’introduzione della Tobin Tax, la tassazione all’1% di tutte le transazioni finanziarie speculative con ricavato da destinare ai Paesi più poveri. Probabilmente a Ottawa s?è visto il primo risultato del salto di qualità compiuto dai “no global” a Porto Alegre: oltre alle proteste arrivano anche proposte più definite. La più importante resta quella della Tobin tax, cioè il prelievo fiscale sui movimenti speculativi internazionali. A Ottawa, Fabius ha sostenuto che si può prevedere qualcosa del genere, magari affidando la gestione della “tax” al Fondo monetario internazionale (Fmi). Il ministro italiano, Giulio Tremonti, invece ha riproposto la formula del “de-tax” (una quota dell?iva va a coprire iniziative di assistenza internazionale). Lo stesso Tremonti riferisce: “Il ministro inglese Gordon Brown mi ha detto che vuole studiare qualcosa di simile alla “de-tax””. In teoria le posizioni di Fabius e di Tremonti non sono incompatibili: in ogni caso provano che il tema è vivo. La linea dei “no global” ha fatto da sfondo anche alla discussione sui rapporti economici tra Nord e Sud. Qui il punto più delicato è quello di come aiutare i Paesi in difficoltà. Il segretario del Tesoro americano, Paul O?Neill, sostiene che il sistema del prestito, applicato dall?Aida (l?agenzia della Banca mondiale) è controproducente: i governi assistiti continuano ad accumulare debiti che non sono in grado di rimborsare. Gli europei invece replicano con gli ultimi dati: il 97% dei crediti concessi dalla Banca mondiale è stato rimborsato, mentre il debito del Terzo mondo ha altre origini. All?ultimo si è trovato una soluzione di compromesso: la Banca mondiale concederà doni solo a quei Paesi che hanno un reddito pro capite inferiore a un dollaro al giorno. Per gli altri si andrà avanti con i prestiti.


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