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India: “Gli aiuti urgenti non bastano, liberare i vaccini da brevetti”

Nel paese che sta drammaticamente affrontando la seconda ondata della pandemia, ActionAid ha potuto dare aiuto a più di 7 milioni di persone. Oggi deve rispondere a una crisi umanitaria senza precedenti

di Redazione

Nell’India che combatte la devastante seconda ondata di Covid19, sono migliaia gli addetti e i lavoratori in prima linea contro il virus negli obitori, nei luoghi di sepoltura, e le lavoratrici domestiche che si prendono cura dei malati. Sono proprio queste persone che stanno lottando per frenare il contagio, a essere lasciate senza dispositivi sanitari di protezione e maggiormente esposte al rischio Covid19.

Tra ospedali al collasso, carenza di ossigeno e ventilatori, e cimiteri ormai insufficienti, ActionAid in India sta ricevendo pressanti richieste di aiuto da tutto il Paese per portare immediato sostegno alle persone più fragili e esposte al virus. Se nel 2020, durante la prima ondata e grazie a importanti risorse finanziarie e donazioni, ActionAid in India ha potuto dare aiuto a più di 7 milioni di persone, oggi deve rispondere a una crisi umanitaria senza precedenti.

Gli operatori umanitari stanno fornendo con urgenza supporto ai lavoratori e alle comunità più vulnerabili: 8.000 kit sanitari, compresi dispostivi di protezione per medici, infermieri e addetti alle sepolture, aiuti alimentari ed economici diretti per migliaia di lavoratori informali, in risposta alle drammatiche conseguenze della pandemia e della rapida diffusione della variante del virus.

«​In India è in corso una gravissima crisi umanitaria, i racconti e le immagini di cui siamo testimoni non possono essere ignorate. ActionAid è mobilitata sul campo per dare risposta a chi oggi è lasciato escluso da ogni forma di aiuto. Non possiamo però dimenticare che oltre alle cure urgenti è necessario che sia portata avanti con forza la battaglia per i vaccini che devono essere resi disponibili per tutti, gratuitamente. L’India è il maggiore produttore di vaccini al mondo, finora però solo l’1% della sua popolazione ha ricevuto una dose. Liberare i vaccini dai brevetti e permettere la produzione su larga scala in tutti i paesi fragili è ormai non solo una questione di giustizia, ma l’unica soluzione per fermare la pandemia», dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale ActionAid Italia.


Le helpline – numeri verdi di supporto gestiti da ActionAid nelle aree di Delhi, Haryana, Himachal Pradesh, Punjab e Uttar Pradesh – stanno facendo fronte alla mancanza di informazioni della popolazione, fornendo aggiornamenti quotidiani sulla disponibilità di letti in ospedale, bombole d’ossigeno e vaccini anti-Covid.

Sandeep Chachra, direttore esecutivo di ActionAid in India spiega: «Questa devastante seconda ondata di infezioni da Covid19 sta lasciando milioni di lavoratori informali e migranti dell’India più vulnerabili che mai. Abbiamo persone che lavorano 24 ore su 24 per seppellire i morti e donne che lavorano nelle case per curare i malati, il tutto con scarsa protezione o supporto. Dobbiamo sostenere questi nostri lavoratori e le comunità con dispositivi di protezione, tamponi e informazioni sulla salute pubblica per aiutare a prevenire la diffusione del virus e proteggere i più emarginati».

Sono i più deboli a essere maggiormente colpiti dalla seconda ondata. Lo staff di ActionAid impegnato in prima linea sta registrando un ulteriore peggioramento delle loro condizioni di vita: le restrizioni di spostamento, gli spazi e le abitazioni anguste, lo stress per il lavoro e il virus mettono a rischio soprattutto le donne e le ragazze che svolgono lavori informali.

Sion Kongari, referente regionale dei programmi di ActionAid in Rajasthan e Gujarat, racconta: «Dall’inizio della pandemia abbiamo visto aumentare la violenza contro le donne e le ragazze, i matrimoni precoci delle minorenni e lo sfruttamento sessuale. Le donne sono la maggioranza tra i raccoglitori di stracci, i lavoratori domestici e i venditori ambulanti: negli ultimi mesi a causa delle restrizioni, non possono lavorare oppure per farlo affrontano un rischio maggiore di infezione».

l team di ActionAid sono impegnati anche per abbattere i pregiudizi che circondano i vaccini contro il Covid19 e per condividere informazioni salvavita sui servizi medici con le comunità vulnerabili.

La risposta umanitaria in India prevede inoltre sportelli di assistenza per mettere in contatto le persone con i servizi appropriati (salute, vaccinazione, ambulanze, ecc.), trasferimenti diretti di denaro per acquistare cibo, medicine e per i bisogni essenziali. Infine, si stanno organizzando campagne di screening con tamponi gratuiti e strutture adibite alla vaccinazione con l’obiettivo di garantire un’ampia copertura vaccinale e raggiungere le persone più fragili, compresi i lavoratori migranti che si spostano tra le aree rurali e quelle urbane, e garantire così l’accesso a controlli sanitari e informazioni sulla quarantena e prevenzione della diffusione del virus.

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