Politica

Per vivere dobbiamo tornare tra la gente senza personalismi

Livia Turco: la Margherita e i Ds avrebbero potuto essere l'asse di un nuovo riformismo

di Livia Turco

Nella vita per stare insieme ci vuole una motivazione. Nel ?96 l?Ulivo era nato con un progetto per l?Italia: unire le culture riformiste del Paese per cambiare l?Italia. Questo progetto coinvolse molti strati sociali e accese molte speranze. L?Ulivo era un patto tra forze e culture diverse che impararono a scoprirsi e a verificare la solidità di radici comuni. L?Ulivo fu il governo Prodi. Le esperienze successive, pur importanti e positive, furono però segnate dalla lesione del progetto originario. Nel 2001 l?Ulivo si presentò con un bilancio positivo di riforme attuate, sostenute però senza il giusto orgoglio nei confronti della società italiana. Prospettò una nuova fase di cambiamento che consisteva nel completare le riforme avviate nei campi dell?economia, dell?istruzione e della giustizia. La sconfitta elettorale fu il frutto di divisioni politiche, di diverse valutazioni della destra italiana e della sua presa sulla società. Fu anche il frutto di rapporti personali segnati da incomprensioni e difficoltà di dialogo. È stata faticosa la rielaborazione della sconfitta. Soprattutto c?è stato uno scarso investimento sul progetto Ulivo: rimasto un coordinamento tra partiti e non un nuovo progetto per l?Italia. Il deficit maggiore è stato l?incapacità di cercare e trovare una vera coesione. Ciascuno è rimasto nell?Ulivo con un suo progetto. La casa comune che avrebbe dovuto essere la priorità, è rimasta sullo sfondo. Questo aspetto è stato accentuato in quelle forze e personalità che più avrebbero dovuto svolgere la funzione di coesione: la Margherita e i Ds. Avrebbero potuto essere l?asse di un nuovo riformismo. Così non è stato perché la Margherita ha scelto la strada della competizione con i Ds. Come negativo è l?accentuarsi della separazione con settori della sinistra. Non si può far vivere l?Ulivo sulla base di ambiguità e finzioni. Se dovessi dare un suggerimento ai capi della coalizione direi di provare a fare esercizio di umiltà e mettere la ricerca del bene comune su ogni spirito di parte, di abbandonare ogni furbizia, narcisismo, pretesa egemonica, di rafforzare la battaglia comune in Parlamento, di preparare bene la manifestazione del 2 marzo contro il governo Berlusconi, di preparare la traccia di un progetto per il cambiamento dell?Italia da costruire in modo itinerante coinvolgendo il popolo dell?Ulivo. In fondo, quest?ultima è la vera carta vincente che l?Ulivo ha per contrastare Berlusconi.


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