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Pannuti (Ant): da Zuppi boccata di ossigeno dopo roboanti programmi della politica
La presidente della storica associazione per l'assistenza domiciliare ai pazienti oncologici interviene dopo la conferenza del presidente della Cei alla manifestazione di Comunione e liberazione
Non sono passate inosservate, anzi inascoltate, le parole che il presidente dei vescovi italiani, Matteo Zuppi, cardinale arcivescovo di Bologna, ha pronunciato ieri al Meeting di Comunione e liberazione in corso a Rimini (leggi), elogiando, senza se e senza ma, il Terzo Settore per la capacità che ha dimostrato nella pandemia di interpretare la sofferenza e il disagio e indicando il mondo non profit come "interlocutore decisivo per le istituzioni presenti e future. Sottolineo 'future'".
Tra le prime a intervenire è Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione Ant onlus, storica realtà dell'assistenza domiciliare ai malati oncologici.
"Ringrazio di cuore il Cardinale", dice Pannuti, "per aver acceso un faro su questo tema: in nessuno dei programmi elettorali che ho avuto modo di vedere sino ad oggi, ho notato particolare attenzione al Terzo Settore e al contributo che esso può dare alla politica. Finalmente una personalità davvero autorevole afferma in modo chiaro che il terzo settore deve essere parte attiva nel processo politico. Ritengo che questo contributo sia particolarmente rilevante nella Sanità, ambito nel quale si alternano spesso teorie fantasiose senza invece prendere spunto dai progetti concreti e sostenibili nel lungo periodo che il Terzo Settore ha saputo costruire e continua a portare avanti. Tenendo conto delle arcinote debolezze strutturali della sanità italiana", prosegue Pannuti, "ascoltare roboanti programmi politici – che propongono soluzioni impossibili sia da realizzare sia da sostenere – le parole di Zuppi arrivano come una boccata d’ossigeno, uno sguardo lucido sulla realtà e su come il Terzo Settore possa essere veramente una chiave di volta importante, una risposta concreta e attuabile nella gestione e nella tenuta dei conti in un sistema sanitario universalistico come è il nostro".
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