Sovranismo e religione, parliamone

Perché i sovranismi sfruttano la religione cristiana? Cosa c’è dietro l’abuso dei simboli cristiani da parte di partiti di destra? Come rispondere al tentativo di strumentalizzare il credo religioso, nella sua varia articolazione, da parte di soggetti politici che sostengono posizioni xenofobe e reazionarie?
Sono queste alcune delle domande da cui parte il webinar Dio, Padania e crocifisso in programma giovedì 29 aprile alle ore 20.30 (iscrizione gratuita qui) che prende spunto dal recente libro-inchiesta di Iacopo Scaramuzzi: "Dio? In fondo a destra. Perché i populismi sfruttano il cristianesimo" (Emi 2020).

Con Scaramuzzi, vaticanista dell’agenzia Askanews e collaboratore di varie testate, interverranno il fondatore del mensile Vita Riccardo Bonacina e padre Alex Zanotelli, missionario comboniano. Modera Lorenzo Fazzini, direttore di Editrice missionaria italiana.

Nel suo libro che fa da spunto al webinar, Scaramuzzi unisce i puntini di una mappa ideologica ben precisa: Roma, Washington, Mosca, Budapest, Brasilia, Parigi. Unendo i puntini di questa mappa si individua il percorso che i partiti di destra stanno portando avanti: puntellare la propria prospettiva ideologica, fatta di posizioni «contro» (l’islam, i migranti, la modernità), con un uso aberrante del cristianesimo. È quello che Jean-Claude Hollerich, capo dei vescovi europei, bolla come «nazional-cattolicesimo».
Un virus – non solo cattolico – che di qua e di là dell’Atlantico infetta la politica strumentalizzando la fede. Nelle pagine di Scaramuzzi, intessute di interviste con esperti dei vari Paesi e suffragate da autorevoli studi, Scaramuzzi ci conduce nel cuore di questa strategia: fa i nomi di chi manipola la religione, ricostruisce genealogie intellettuali, svela connessioni ideologiche. Salvini in Italia, Trump negli Stati Uniti, Putin in Russia, Orbán in Ungheria, Bolsonaro in Brasile, i Le Pen in Francia: l’onda della destra si allarga anche grazie all’abuso della fede cristiana. Scaramuzzi identifica anche l’antidoto a questo virus nazionalistico: papa Francesco, che dal cuore di Roma alza la voce contro ogni strumentalizzazione del fatto religioso e contro ogni sovranismo.