Famiglia

Minori: in Europa quasi 5 ore al giorno con i media

Un fenomeno che ha un grande risvolto economico, basti pensare che negli Usa, l'investimento pubblicitario rivolto ai bambini ammonta a 12 miliardi di dollari...

di Paolo Manzo

Sono 87 i canali televisivi dedicati ai bambini in tutto il mondo, di questi 50 solo negli ultimi tre anni. La televisione si va diffondendo ovunque, tanto che il 70% delle famiglie del globo ne possiede una. In Europa, in particolare, i bambini dedicano ai media tra 4 e 5 ore al giorno.

Un fenomeno che ha un risvolto economico non indifferente, basti pensare che solo negli Stati Uniti, l’investimento pubblicitario annuale per il marketing rivolto ai bambini ammonta a 12 miliardi di dollari, e i bambini americani influiscono sugli acquisti per oltre 500 miliardi di dollari l’anno. I bambini, il 36% della popolazione mondiale, di fronte alla tv sono, di fatto, diventati un ”grande business”, di un mercato globale, dominato da grandi compagnie multinazionali produttrici di intrattenimento elettronico, che affina ogni giorno le su strategie per conquistare il mercato.

Tuttavia, vi sono delle linee di demarcazione molto nette: nei paesi europei, nel Nord America, in Giappone, in Australia i ragazzi possiedono in casa e, spesso nella loro camera, tutta la tecnologia multimediale immaginabile, mentre in altre aree del pianeta, Africa, America Latina, Asia la situazione appare radicalmente diversa e, sebbene la televisione abbia conosciuto un rapido sviluppo è la radio il mezzo più diffuso.

Sono alcuni dei risultati riportati nel dossier del Censis ”Media e minori nel mondo. Scenari internazionali, sfide per il futuro”, presentato oggi a Roma, da Giuseppe De Rita, Giuseppe Roma ed Elisa Manna del Censis alla presenza del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Le linee di demarcazione, avverte comunque il dossier, attraversano però anche uno stesso paese: due importanti ricerche americane dimostrano che negli Usa il 78% dei ragazzi bianchi possiede un computer contro il 55% degli afro americani e il 48% degli ispanici.

Le differenze per reddito, per sesso e per etnia che si rilevano nei paesi sviluppati tendono a riprodursi anche nei paesi in via di sviluppo. È il caso dell’India dove su 100 bambini, il 2,3% ha accesso ai vecchi e nuovi media, il 30% solo ai vecchi, il resto è escluso. Al di là delle differenze di fruizione, spiega il Censis, la diffusione planetaria del mezzo fa si che si utilizzi un linguaggio unico, comprensibile da tutti i bambini, con il rischio reale di una ”omologazione culturale”.

Occorre quindi, secondo l’istituto di ricerca, non tanto adottare misure protezionistiche quanto monitorare e accompagnare i processi. Contrariamente a quanto si teme, in termini di massificazione degli stili di consumo, esiste comunque una tendenza da parte dei minori a costruire un loro palinsesto: come dire che ciascun ragazzo trova un suo personale uso dei diversi media.

A fronte di ciò va però sottolineato che il tempo complessivo dedicato dai bambini europei ai media ammonta a 4 ore e 15 minuti al giorno; il 25% arriva a 5 e 15 minuti. Nonostante la diffusione degli altri media la televisione resta il ”grande attore” per tutti i bambini europei.

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