Economia

Messina: «Inclusione sociale e riduzione delle diseguaglianze, obiettivi di una banca impact»

Un estratto dell'intervento dei ceo di Intesa Sanpaolo sul numero di Vita magazine di questo mese dedicato alla finanza ad impatto. Sullo stesso numero interviste anche al ministro Enrico Giovannini, al ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, alla prorettrice della Cattolica Antonella Sciarrone Alibrandi, al presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Stefano Zamagni, al sindaco di Bergamo Giorgio Gori e all'economista e cofondatore di Next, Leonardo Becchetti

di Redazione

Carlo Messina oltre ad essere il più alto dirigente del maggiore gruppo del credito in Italia fra i top manager del mondo bancario è stato anche quello che ha introdotto per primo il principio dell’Impact in un piano di impresa, quello del 2018-2021. Questo dialogo parte da un messaggio che Bergoglio ha rivolto ai giovani di Economy of Francesco


Papa Francesco sostiene: «Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura». Come reagisce un grande banchiere di fronte un’affermazione del genere?
Le affermazioni di Papa Francesco sono di grande valore, l’economia deve darsi una prospettiva nuova e gli strumenti per porla in atto. Il nostro Paese, negli ultimi anni, è stato attraversato da un notevole acuirsi delle diseguaglianze economiche e sociali e la pandemia ha ulteriormente aggravato il fenomeno. Come grande istituzione finanziaria, sentiamo la necessità di mettere a punto interventi per contribuire a ridurre questa grave situazione. Intesa Sanpaolo è da sempre molto attenta alla sostenibilità e agli investimenti Esg ne è dimostrazione l’inserimento di questi elementi nell’ambito degli obiettivi del Piano di Impresa, ora nel suo ultimo anno di esecuzione. L’attenzione all’ambiente e all’inclusione sociale rappresentano aspetti di grande rilievo non solo per la nostra Banca, ma più in generale per una crescita sostenibile del Paese. Il nostro atteggiamento proattivo viene sempre più riconosciuto anche dagli investitori internazionali, da qualche anno fortemente orientati a puntare su società sensibili a questi profili. Per contrastare gli effetti della pandemia abbiamo focalizzato i nostri interventi, in particolare sulla “S” di Sociale, che è anche la “S” di Sanità. Abbiamo ritenuto di dare un contributo significativo intervenendo a favore della sanità italiana, con materiali e dispositivi medici a contrasto dell’emergenza per ospedali, strutture sanitarie e reparti che più ne necessitavano e, al tempo stesso, abbiamo portato avanti quello che è il più grande progetto in Italia di contrasto alla povertà con 17 milioni di interventi tra pasti, posti letto, farmaci e indumenti a sostegno di enti e associazioni caritative.

Che cosa significa il termine “impatto” per il settore bancario?
Per una banca, il termine “sostenibilità ambientale” ha due significati: il continuo miglioramento interno — riduzione delle emissioni, migliore efficienza energetica come quella del nostro grattacielo di Torino che ha ricevuto numerosi riconoscimenti — e l’azione diretta alle imprese per orientarle verso dinamiche green. Entro il 2026, Intesa Sanpaolo prevede di erogare alle imprese 80 miliardi di euro nell'ambito di interventi di circular economy, un’azione che rientra nel ruolo più ampio che la Banca sosterrà a sostegno delle iniziative del Pnrr per complessivi 270 miliardi di euro. Abbiamo già messo in campo strumenti importanti, come un plafond da 6 miliardi di euro sempre per l’economia circolare e 2 miliardi di euro per i Sustainability Loan (S-Loan) destinati alle Pmi che intendono migliorare il loro profilo di sostenibilità individuando degli obiettivi che la banca “premia” applicando tassi più vantaggiosi. In aggiunta, per ogni S-Loan erogato la Banca effettua una donazione a favore di un progetto di beneficenza al quale potranno decidere di contribuire anche le imprese che hanno ottenuto il finanziamento. Nel 2020 abbiamo consolidato questa leadership negli investimenti sostenibili con una quota di mercato di oltre il 30% per patrimoni di fondi Sri in Italia con una raccolta netta quasi quintuplicata a oltre 9 miliardi di euro rispetto ai circa 2 miliardi di euro del 2019, a dimostrazione del crescente interesse di investitori privati e istituzionali. Oltre il 40% del totale dei fondi della nostra società di asset management Eurizon — circa 73 miliardi di euro — rivestono caratteristiche ambientali e sociali o hanno obiettivi di investimento sostenibile, in linea con il regolamento europeo Sfdr entrato in vigore il 10 marzo scorso.

La finanza a impatto può essere uno strumento sociale per rimodellare il nostro sistema non solo economico, ma anche di un welfare che giocoforza sarà sempre meno statale e sempre più comunitario?
Quando nel 2008 abbiamo dato vita a Banca Prossima, oggi Direzione Impact — un’istituzione finanziaria dedicata all’economia sociale, unicum nello scenario italiano — il Gruppo si è posto l’obiettivo di rendere sostenibile un nuovo modello di welfare e contrastare le diseguaglianze sociali. Da allora abbiamo sostenuto centinaia di migliaia di realtà attive nel settore non profit, un mondo impegnato per il Bene Comune, capace di fare la differenza nel nostro Paese. Con uno strumento innovativo, il Fondo di Solidarietà e Sviluppo, favoriamo con successo l’inclusione creditizia delle organizzazioni che hanno progetti validi ma sono fragili dal punto di vista patrimoniale. Due anni fa abbiamo lanciato il Fund for Impact da 300 milioni di euro che consente di erogare credito per 1,5 miliardi a persone e famiglie; è così che oggi siamo a fianco di studenti universitari, madri lavoratrici, persone da accompagnare alla pensione. Nel corso del 2021 lanceremo nuovi progetti…


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