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Caritas, campi estivi per ragazzi in Lombardia e Toscana

Le diocesi, in collaborazione con le Acli e con il sostegno delle Banche di credito cooperativo, ospiteranno 192 minori in età compresa tra uno e 18 anni, con i loro accompagnatori. Il primo gruppo resterà in Italia dal 16 al 26 agosto, il secondo dal 20 al 30 agosto. Prosegue l'impegno di Caritas nei territori ucraini

di Redazione

Prosegue l’impegno della Caritas a sei mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. «C’è un grande vuoto nell’istruzione», raccontava già a maggio Padre Vyacheslav Grynevych, direttore Caritas Spes, riferendosi all’impatto devastante sulle famiglie e in particolare sui bambini. a guerra ha esasperato tutto. «Nonostante sia garantita almeno la didattica a distanza per molti, non è come essere e vivere davvero la scuola. È preoccupante sapere che stiamo perdendo la generazione del nostro futuro», aveva poi aggiunto. Così Caritas Italiana ha prontamente risposto alla richiesta di entrambe le Caritas del Paese (Caritas Spes e Caritas Ucraina) di offrire accoglienza per il periodo estivo a un gruppo di minori ucraini. Grazie alla disponibilità di alcune diocesi in Lombardia e Toscana, in collaborazione con le Acli e con il sostegno delle Banche di credito cooperativo, sono stati organizzati due campi estivi per 192 minori in età compresa tra uno e 18 anni, con i loro accompagnatori. Il primo gruppo resterà in Italia dal 16 al 26 agosto, mentre un secondo gruppo dal 20 al 30 agosto. Avranno così la possibilità di trascorrere in sicurezza e serenità un periodo al di fuori del tragico contesto di guerra in cui è immerso il loro Paese. L’obiettivo è quello di alleviare la loro tensione psicologica aiutandoli, una volta rientrati a casa, a riprendere il percorso scolastico e la routine quotidiana con meno stress e più fiducia nel futuro. Anche per le comunità che accolgono sarà una preziosa opportunità di incontro e di arricchimento, un impulso vitale e generativo. Per tutti è certamente un’occasione per interrogarsi sul flagello della guerra e su come alimentare ogni giorno una cultura di pace. Una sfida, come ha sottolineato papa Francesco, anche per governanti e organismi internazionali “per costruire nel dialogo un mondo migliore per le nuove generazioni, un progetto di pace globale, un mondo unito tra popoli e civiltà che si rispettano”.

Caritas Italiana, in coordinamento con la rete internazionale, resta accanto alla popolazione colpita, supportando anche le Caritas dei Paesi confinanti per l’accoglienza delle persone in fuga, garantendo le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti e contribuendo, grazie alla disponibilità delle varie diocesi, all’accoglienza di quanti arrivano in Italia. Crescono intanto le richieste di aiuto e le Caritas in Ucraina sono al lavoro per dare una risposta capillare su tutto il territorio nazionale. In particolare: Caritas Ucraina può contare su 42 centri Caritas, 448 centri parrocchiali, 129 rifugi per le persone colpite dalla guerra; Caritas Spes ha attivato più di 15mila strutture (centri di accoglienza, mense, ecc.) anche in alcune zone del fronte, due centri di raccolta e stoccaggio di beni umanitari (a Leopoli e Mukachevo), 6 poli regionali di stoccaggio e smistamento di beni umanitari, 24 centri locali che distribuiscono aiuti umanitari, un call center dedicato all’orientamento di chi rientra in Ucraina.

Caritas Ucraina e Caritas Spes hanno assistito finora circa 3,4 milioni di persone fornendo accoglienza e riparo, protezione, cibo e beni di prima necessità, acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza medica. I rifugiati ucraini, al 31 luglio, erano già oltre 10,3 milioni.

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