Welfare

Un Cofferati all’attacco apre il congresso CGIL

Sciopero generale, inviti ai leader della sinistra a non dimenticare il lavoro, alleanza con i no global e chiusura con la lettura di Giorgio Caproni

di Redazione

Accolto, scandito e salutato dagli applausi l’inno di Mameli ha aperto i lavori del 14esimo congresso della CGIL. L’inno nazionale è stato ascoltato in piedi da tutta la platea degli ospiti. Una platea che ha visto la presenza della maggior parte dei leader del centrosinistra mentre per il centrodestra la rappresentanza era affidata ai vice. Accanto al sottosegretario al lavoro, Maurizio Sacconi, era presente il vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. Naturalmente al gran completo lo stato maggiore della Quercia. C’erano tutti: dal segretario Piero Fassino al presidente Massimo D’Alema, dai capigruppo di Camera e Senato, Luciano Violante e Gavino Angius, agli esponenti del ‘correntone’ – la minoranza interna – con Giovanni Berlinguer, Fabio Mussi e Giovanna Melandri in testa. Presente anche Enrico Morando che guida l’ala ‘liberal-ulivista’ dei Ds. Degli altri partiti del centrosinistra seduti del parterre sono presenti il leader dell’Ulivo e della Margherita Francesco Rutelli, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto, quello dello Sdi Enrico Boselli. Rifondazione Comunista è rappresentata dal capogruppo alla Camera Franco Giordano. In platea anche il leader del Nuovo Psi Gianni De Michelis. Cofferati, prima di andare a sedersi sul palco del congresso, si è intrattenuto nella platea degli ospiti salutando in particolare Fassino e D’Alema con i quali ha scambiato qualche battuta. Sciopero generale contro governo e Confindustria, contro quella ”anomalia di rapporti” tra esecutivo e imprese che altera il quadro di regole che hanno garantito in questi anni stabilità e risanamento; un’Europa sociale e dei diritti; sì ai ‘no global’ e alle loro istanze, tranne una, la violenza; no alle deleghe chieste dal governo perchè ”esautorano il ruolo del Parlamento e dei sindacati”; disco rosso nei confronti della legge sull’immigrazione, definita ”assurda e pessima”. Questi i principali passaggi della relazione del segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, con la quale ha aperto oggi a Rimini il 14° congresso della confederazione. Cofferati, nelle sue trentuno pagine di discorso, ha parlato anche dei rapporti con il precedente governo, del conflitto in Afghanistan, della situazione in Medio Oriente dicendosi ”nettamente contrario” a nuove guerre. Ancora, il segretario della Cgil si è espresso contro la politica economica del governo che genera un ”inquietante liberismo” e contro la globalizzazione che determina povertà all’interno della quale ”cuoce il brodo del terrorismo”. Dopo un breve richiamo all’autonomia del sindacato, Cofferati rivolge comunque un accorato appello alla politica: “Non abbiamo mai creduto di poter essere autosufficiaenti, sappiamo di aver bisogno di una rappresentanza politica forte per poter esercitare meglio le nostre funzioni. Per questo non cesseremo mai di chiedere alla politica ed in particolare alla sinistra attenzione e rispetto”. ”La globalizzazione del solo mercato inevitabilmente accentua le diseguaglianze tra paesi e nei paesi che a loro volta rilanciano nazionalismi e fondamentalismi, ripropongono pulsioni xenofobe, riaffacciano politiche protezionistiche ed autarchiche destinate a produrre rotture e conflitti”. Il leader della Cgil, Sergio Cofferati, durante la relazione punta il dito contro ”un mercato assunto come unico riferimento” come causa prima dello ”stravolgimento e della sofferenza di tradizioni e culture secolari”. E sottolinea la ”volonta”’ e il ”dovere” di confrontarsi con il movimento ‘no global’ ”a partire dalle tante differenze, ma anche sulla base delle tante convergenze di merito, ponendo una sola ma determinata condizione, quella del rifiuto della violenza, teorizzata, praticata o anche solo tollerata”. Il giorno dopo la chiusura del Forum sociale mondiale di Porto Alegre, Cofferati si sofferma sull”’origine dell’instabilita’ di tante aree del mondo”. Una instabilita’ che nasce ”dalla globalizzazione del solo mercato dando corpo a paure, incertezze sul futuro, in particolare nelle giovani generazioni”. Per il numero uno della Cgil la ricetta è una sola: ”per combattere il liberismo come cultura dominante, come variante economica del pensiero unico è indispensabile una funzione alta della politica, che parta dalla riforma degli organismi sovranazionali di rappresentanza, sia politici che economici, che sociali”. Secondo Cofferati, infatti, ”la loro nuova funzione deve essere legittimata da processi democratici e trasparenti di cessione di quote di sovranità da parte dei livelli istituzionali o di rappresentanza che li animano, chiamati a loro volta a ridefinire se stessi e la propria legittimazione democratica in questo processo, Compiti difficilissimi -ammette il segretario- ma indispensabili per costruire nuovi e piu’ avanzati equilibri tra le aree del mondo”. Alla fine della sua relazione introduttiva al congresso della Cgil, Sergio Cofferati cita un brano del paeta Giorgio Caproni, nato a Livorno nel 1912 e morto nel 1990. “M’ero sperso. Annaspavo/ Cercavo uno sfogo./ Chiesi a uno. “Non sono”,/ mi rispose, “del luogo”. E commenta: “Nessuno di noi seguirebbe l’inclinazione sarcastica del poeta, nessuno si dichiarerebbe straniero verso l’altro che cerca guida. Siamo qui perchè ci muove una passione, siamo qui per rappresentare anche l’altro che si è sperso. Questa è la ragione primaria della nosta identità. Difendiamola. Buon congresso a voi tutti!”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA