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Afghanistan, un anno dopo: la solidarietà di Mr. Diesel c’è

Nel Paese abbandonato il 15 agosto dell'anno scorso alla teocrazia talebana, Otb Foundation, la fondazione del gruppo di abbigliamento di Renzo Rosso, il creatore del marchio moda noto in tutto il mondo, aumenta il suo impegno. Dall'orfanotrofio di Kapisa al lavoro sui rifugiati in Italia

di Giampaolo Cerri

Ricorre dopodomani, il 15 agosto, il primo anniversario della presa di Kabul da parte dei Talebani. È passato un anno dalle scene delle milizie che conquistano con facilità la capitale afgana, dopo la partenza degli americani, delle folle che si riversano sull’aeroporto internazionale, a rischio degli assalti kamikaze, della precipitosa fuga con le truppe occidentali dei civili che avevano in qualche modo cooperato con la presenza straniera.

Un anniversario in tono minore, almeno in Italia, dove la campagna elettorale si impenna e l'indignazione e l'apprensione di un anno fa sembrano lontane.

Chi non dimentica è invece Otb Foundation, la fondazione di impresa del gruppo di abbigliamento internazionale Otb – Only The Brave di Renzo Rosso, quello noti marchi Diesel, Maison Margiela, Marni, Jil Sander, Viktor&Rolf, Amiri, Staff International, Brave Kid.

La fondazione, voluta proprio da Rosso, impegnata su alcuni progetti di solidarietà in quell’area, ricordato quell’anniversario, segnalando proprio le azioni che cercando di rispondere ai problemi ancora aperti per la popolazione civile, soprattutto per le donne e i bambini.

“Il più recente, in ordine di tempo”, avverte una nota, “è il supporto della Fondazione all’orfanotrofio pubblico di Kapisa. Grazie al rapporto ormai consolidato con l’associazione Nove Onlus e in collaborazione con il ministero del Lavoro e Affari Sociali afghano (MoLSA), Otb Foundation ha scelto di supportare l’orfanotrofio pubblico di Kapisa, una provincia afghana a nord-est di Kabul, chiuso dai talebani e recentemente riaperto. L’orfanotrofio ospita 50 bambini orfani o i cui genitori sono troppo poveri e non in grado di provvedere alla loro sussistenza. Il progetto ha l’obiettivo di fornire loro un luogo accogliente e sicuro che provvede anche alla loro istruzione (l'orfanotrofio è dotato di una scuola interna fino alle medie), salvando questi bambini dalla strada, dallo sfruttamento e da probabili abusi”.

Si tratta di un progetto che assicura ai piccoli ospiti “tre pasti al giorno, forniture di materiali (vestiti, beni igienici di prima necessità), oltre a incentivi agli operatori dell’orfanotrofio (che attualmente non vengono pagati dallo Stato) per garantire assistenza ai bambini ospitati”. Di fatto questi bambini godono di condizioni migliori in orfanotrofio che a casa, dove vengono spesso sfruttati o comunque difficilmente hanno accesso all’istruzione.

“In occidente”, prosegue Otb Foundation, “la tendenza attuale è chiudere i grandi orfanotrofi, facendo accogliere gli orfani in famiglie o piccole strutture, ma in un Paese nelle condizioni in cui si trova l’Afghanistan oggi è tutto molto difficile. Difficile trovare fondi anche tra le grandi organizzazioni che, al momento, stanno concentrando le loro forze altrove (in Ucraina, per esempio)”.

La Fondazione, che ha sede a Breganze nel Vicentino, “ha sostenuto molti altri progetti come ‘Fearless Girls’ che ha fornito – tramite Onlus Ciai – supporto legale, psicologico e attività educative a bambine afghane detenute nelle carceri minorili accusate di aver commesso ‘crimini contro la morale’, mentre la loro unica colpa è quella di essersi sottratte, fuggendo, a matrimoni forzati o ad altri tipi di violenza”.

Proprio grazie all’intervento di Otb Foundation, era attivo il progetto ‘Pink Shuttle’, primo e unico servizio di trasporto tutto al femminile creato a Kabul per risolvere uno dei principali ostacoli all'emancipazione femminile in Afghanistan, la libera mobilità. Questo progetto, che con l’arrivo della pandemia era stato convertito in un servizio di distribuzione di beni di prima necessità, è attualmente in stand-by perché la maggior parte delle autiste del programma, con le relative famiglie, hanno potuto lasciare il Paese arrivando in Italia dove sono attualmente rifugiate.

Sempre in Afghanistan Otb Foundation continua a supportare Nove Onlus in un altro progetto altrettanto importante: ‘Lifeline Emergency Programme’, un programma che fornisce assistenza primaria a 1.400 ‘vulnerabili’ a Kabul sotto forma di alimentazione e protezione contro il freddo dell’inverno afghano.

Tra le altre attività, il finanziamento di borse di studio presso l’Università di Padova per tre giovani afghani e trovato aziende disponibili ad offrire ai rifugiati un’opportunità lavorativa non appena processate le pratiche burocratiche. “A partire dal gruppo Otb”, spiega la nota, “che per primo si è reso disponibile per un inserimento all’interno del dipartimento IT della società. Infine, sta raccogliendo tutte le offerte di ospitalità che giungono da privati e strutture pubbliche facendo da tramite con le autorità competenti affinché si possa concretizzare una piena accoglienza”.

E sempre sul fronte dell’integrazione attraverso il lavoro, da registrare il progetto Job Clinic Online, nato dalla collaborazione tra ItaliaHello e il Joel Nafuma Refugee, col quale è stata creata un’app che aiuta i rifugiati a ottenere un contratto regolare di lavoro, offrendo consulenza in molte lingue e informazioni specifiche su dispositivi mobili, gli unici strumenti di informazione di cui queste persone dispongono. “Quest’app”, spiegano da Breganze, “viene usata da tutte le organizzazioni con cui Otb Foundation è in contatto ed è davvero molto utile per chi gestisce i centri profughi”.

Una serie di interventi che Arianna Alessi, vicepresidente della fondazione, spiega così: “Ci attiviamo sempre in situazioni di gravi crisi umanitarie con un approccio concreto e sostenibile. L’Afghanistan ci ha colpito in particolar modo perché eravamo presenti da anni nel Paese attraverso partnership con organizzazioni impegnate nel sostegno ai più piccoli e nell’emancipazione delle donne. Continueremo, con l’avvio di nuovi progetti, ad essere vicini alla popolazione afghana colpita da questa situazione, sia nel loro Paese, sia in Italia”, prosegue la vicepresidente di Otb Foundation. E a coloro che sono riusciti a fuggire trovando riparo nel nostro Paese, abbiamo cercato di garantire un supporto materiale con beni di prima necessità, ma anche un percorso di integrazione completa a livello formativo e lavorativo”.

Nata nel 2008, Otb Foundation è ha la missione di lottare contro le disuguaglianze sociali e contribuire allo sviluppo sostenibile di persone ed aree meno avvantaggiate, opera in Italia e nel mondo attraverso specifici criteri di selezione: impatto sociale diretto, sostenibilità ed innovazione. “Dalla sua nascita a oggi”, dicono con legittima fierezza dal quartier generale vicentino, “Otb Foundation non ha costi di gestione e ha investito in oltre 300 progetti di sviluppo sociale nel mondo, con un impatto diretto sulla vita di circa 300.000 persone”.

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