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Porto Alegre: Mario Soares “Dov’è la Politica?”

Mario Soares, ex-presidente del Portogallo al Forum sociale mondiale si ha contestato i poteri non democratici del mondo economico-finanziario e dei mass-media

di Redazione

Che cosa pensa del Forum sociale di Porto Alegre?

Per me, è un fenomeno originale e molto curioso, che consente a migliaia d?individui e di ONG di riflettere insieme per un futuro diverso, discutendo di vari soggetti: dei diritti dell?uomo, dall?azione umanitaria alla protezione dell?ambiente.
Questo è certamente il segno di un?angoscia profonda verso il mondo in cui viviamo, di un sentimento d?ingiustizia contro gli effetti della globalizzazione, soprattutto, sui Paesi più poveri.

Dalla dittatura di Salazar a quella dei mercati, qual?è la più dura da sopportare, per lei?

Il discorso è del tutto diverso. Dall?11 settembre, e già da prima, si assiste ad una grande manipolazione dei media che crea confusione. In una società libera e pluralista, movimenti alternativi e pacifisti per cercare altre forme di globalizzazione possono esistere. Ghandi aveva ragione quando diceva che si possono trovare alleati dentro al sistema ? aggiungerei – nell?epoca contemporanea, anche negli Stati Uniti

Non ha l?impressione di assistere ad una regressione dello Stato e ad un?inefficacia crescente delle organizzazioni multi-laterali?

Sì, forse. Gli Stati sono erosi dalla globalizzazione finanziaria. Uno Stato da solo, non può risolvere tutte le sfide che gli si presentano, proprio perché tali sfide sono globali. L?UE può diventare un grande centro di contro-potere contrapposto agli Stati-Uniti. Ecco perché l?Europa deve essere una potenza mondiale.

Lei pensa che si possa parlare di libertà quando sussistono e si sviluppano condizioni di ineguaglianza sociale?

Sì. Ma le libertà sono spesso presentate in modo falsato.
Le libertà formali, scritte nelle costituzioni possono essere rivendicate. Sì, è legittima, consentita e normale la contestazione del potere. Come militanti dei diritti dell?uomo, è legittimo protestare di fronte ai diritti calpestati

Secondo lei, è in atto una crisi di legittimità dei poteri?

La mia risposta è affermativa. Il potere politico non è, oggi, il potere supremo.

Oggi, il potere politico non è il potere supremo?

Al di sopra regnano il potere economico-finanziario, ed ancora più in alto, c?è il potere mediatico. Tra questi due mondi, che non sono fondati su basi democratiche, esiste una certa articolazione. Nelle ?società aperte?, secondo i termini di Karl Popper, la contestazione può essere usata per agire sulle coscienze.

Le manifestazioni di Seattle e di Genova hanno mostrato una forte opposizione tra rappresentanti politici e cittadini. Che cosa ne pensa? Si può parlare di crisi della democrazia rappresentativa?

Incontestabilmente, c?è una crisi della democrazia rappresentativa. Ma consideriamo la democrazia partecipativa come un?alleata. E? quest?ultima che riesce ad agire con convinzione e persuasione, senza ricorrere alla forza. Le violenze di Genova e la distruzione dei Mac Donalds sono eventi che si sono ritorti contro gli stessi manifestanti. In realtà, contro il potere del denaro, che è sofisticato, bisogna adottare metodi di lotta ancor più sofisticati. A Porto Alegre, si è realizzata una politica nuova che rappresenta una grande speranza.

Traduzione di Pamela Corradini

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Articolo originale: Le pouvoir politique n’est pas aujourd’hui le pouvoir suprême

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