Formazione
Internet: brusca frenata nella diffusione in Ue
L'Italia è fanalino di coda
Il fenomeno Internet stenta ad attecchire nell’Ue: negli ultimi mesi del 2001 la diffusione del web e dei servizi in linea ha registrato una brusca frenata nei Quindici, e l’Italia resta nel gruppo di coda per l’uso e lo sviluppo del web e delle sue applicazioni commerciali.
Ad affermarlo e’ un documento della Commissione Ue che fa il punto sull’attuazione di ‘e-Europe’ – lanciato nel 2000 per accelerare l’introduzione delle nuove tecnologie e di Internet – e che sara’ presentato domani all’eurogoverno. Secondo l’esecutivo Ue la penetrazione di Internet nelle case ha fatto segnare un brusco arresto, attestandosi nel dicembre scorso al 38%, dopo la rapida corsa dei mesi precedenti che aveva portato la percentuale dal 18% del marzo 2000 al 36% del giugno 2001. A guidare la classifica europea del numero di case collegate alla rete sono Olanda e Svezia, con un tasso di penetrazione del 60%, mentre l’Italia con poco piu’ del 30% resta nel gruppo di coda dei paesi al di sotto della media Ue.
Secondo gli esperti Ue la diffusione di Internet tra le imprese fa registrare un aumento, ed ormai il 90% di quelle che occupano piu’ di dieci persone sono collegate alla rete, mentre il 60% ha il proprio sito web. A tale crescita non corrisponde pero’ un uguale sviluppo del ricorso effettivo alle applicazioni commerciali in linea: in media solo il 22,9% delle aziende europee effettua vendite online, una percentuale che in Italia scende appena al di sopra del 10%. Nel dicembre scorso il 36% dei cybernauti europei aveva effettuato almeno una volta acquisti online, ma a fare frequentemente compere su Internet e’ solo il 4% degli utenti. Va a rilento anche la ‘scoperta’ di Internet da parte degli studenti europei: anche se l’80% delle scuole ha ormai accesso alla rete, solo una parte di esse utilizza Internet a scopo pedagogico, mentre spesso la connessione ~ riservata ad usi amministrativi. In media nelle scuole esiste un accesso ad Internet ogni 25 allievi, e si tratta quasi esclusivamente di connessioni lente, che non assicurano una buona familiarita’ degli allievi con le nuove tecnologie.
Cattive notizie anche dal settore delle amministrazioni pubbliche: cresce la domanda di servizi online, ma in media solo il 45% delle amministrazioni nazionali mette a disposizione almeno i servizi di base. Anche in questo caso l’Italia si trova nel gruppo dei paesi meno virtuosi, con una percentuale che non raggiunge il 40%. A gettare ombre sul futuro del web europeo contribuisce anche l’analisi dell’evoluzione dei costi e della rapidita’ di Internet nell’Ue. In tutti i settori (abbonamenti normali, business, via cavo ed Adsl) gli utenti europei sostengono costi superiori a quelli degli Usa. La velocita’ di connessione (elemento essenziale nella diffusione dei servizi online e soprattutto dell’e-commerce) resta in media nell’Ue piuttosto bassa, mentre emerge chiaramente un ostacolo al commercio elettronico finora sottovalutato: l’eccessiva complessita’ ed il costo dei servizi postali degli Stati membri.
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