Non profit

Che cosa c’entra la società civile con l’azzardo di Stato?

La grande macchina dell'azzardo è pronta a ripartire e chiede aiuto «agli enti del Terzo settore» per "migliorare" la propria comunicazione. Un paradosso che denota come si sia ben lontani dal comprendere la reale portata di un fenomeno antisociale,oltre che diseconomico moltiplicatore di disuguaglianza, iniquità e disagio

di Marco Dotti

Ha ragione Maurizio Fiasco, che sull’Avvenire di sabato scorso, ha segnalato come col relativo ritorno alla normalità, siano tornate anche le vecchie abitudini.

In questo caso, quelle dell’Agenzia Dogane e Monopoli, l’ente di scopo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, preposto al controllo del cosiddetto «gioco pubblico». L’azzardo, insomma. Mentre le partite che si erano solo temporaneamente inabissate (la famosa “riforma” del settore, il cambio del parco slot con dispositivi altamente performanti per il business, l’istituzione di mini-casinò provinciali) tornano in superficie dopo la fase carsica, c’è un piccolo evento, simbolico, che denota come non sia cambiato molto nella lettura istituzionale del fenomeno.

Proprio l’Agenzia Dogane e Monopoli, infatti, ha lanciato una prima call tra le organizzazioni del Terzo settore. Scopo: coinvolgere le persone con disabilità per «ideare» i biglietti della lotteria attraverso l’iniziativa l'iniziativa "Disegniamo la fortuna, associata alla Lotteria Italia 2021. Un'iniziativa che ha ottenuto anche il supporto della Federazione Italiana Giuoco Calcio, come riportato dal magazine di settore Gioconews.


Gli artisti – si legge testualmente nel comunicato dell’Agenzia – «dovranno proporre un'opera di arte figurativa, ispirandosi all'impegno profuso dagli enti del Terzo settore per favorire l'integrazione sociale e il benessere degli individui diversamente abili». Così, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ritiene «fondamentale, in tale contesto, è il coinvolgimento della società civile e dei suoi corpi intermedi, specialmente nei settori in cui maggiore è l’impegno civico e sociale a difesa dei valori costituzionali dell’eguaglianza sostanziale e della solidarietà sociale».

Dopo il colossale flop delle campagne sul "gioco responsabile", messe a nudo proprio dalla società civile, l'ADM ritiene, evidentemente, vi sia un problema reputazionale (finalmente!) per il settore del gambling, ma declina (ahinoi!) questo problema secondo il più tipico dei bias: in termini di comunicazione. E di conseguenza si muove. Il tema ovviamente – come ha ribadito Fiasco, ma come ha anche scritto da un diverso punto di vista Alessio Crisantemi nel suo documentato editoriale per GiocoNews – è più ampio e riguarda l'intera ridefinizione post-pandemia del settore.

In quest'ottica di sistema – per noi assolutamente criticabile e censurabile – ridiventata strategica, dopo un anno di tattica necessaria (leggasi: pandemia) si muove «l'avviso esplorativo» pubblicato il 21 maggio scorso dalla stessa Agenzia. Un avviso – si legge – «finalizzato (…) a ricevere manifestazioni di interesse dagli enti no profit del terzo settore. La manifestazione di interesse ha come unico scopo di comunicare la disponibilità a realizzare progetti sostenuti da operatori economici qualificati che gravitano nell’ambito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli».

Chi siamo questi operatori qualificati è il segreto di Pulcinella, che d'altronde nemmeno la controparte istituzionale si premura di "nascondere": gli operatori del settore, alias i concessionari di Stato. Ma se i concessionari fanno il loro, di gioco, ora tocca ai corpi intermedi e, in particolare, agli Enti del Terzo Settore fare la loro parte: c'è tempo fino all'11 giugno per partecipare o non partecipare.

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