Week end all’insegna della natura con la Festa delle Oasi WWF
Domani e domenica, in tutta l'Italia, un doppio appuntamento in concomitanza con la Giornata mondiale dell’Ambiente. Una buona occasione per immergersi nel verde ma anche per visitare alcune aree protette solitamente chiuse al pubblico. Sarà possibile assistere alla liberazione di animali guariti nei Centri di recupero CRAS, ospedali della biodiversità che si trovano all’interno o in prossimità delle Oasi
Doppio appuntamento dedicato alla tutela dell'ambiente nel week end. Domani è in programma la Giornata Mondiale dell'Ambiente ( l'ONU contestualmente lancerà il Decennio delle Nazioni Unite per il sistema integrato degli ecosistemi ) mentre domenica 6 giugno si terrà la Festa delle Oasi WWF . Le due giornate, quest'anno, sono dedicate all'attesissimo ritorno alla natura con lo slogan “Liberiamo la Natura ”. Un evento per tutti, adulti e bambini desiderosi di tornare all'aria aperta dopo quindici mesi di grandi autorizzazioni a causa della pandemia Covid-19. Le famiglie sono invitate a godere della bellezza e del fascino degli spazi naturali protetti dal WWF in una giornata di riconquistata libertà. Le riaper sono contingentate e quindi le visite sono prenotate attraverso il sito del WWF oppure telefonando direttamente all'Oasi che si intende visitare.
«Le Oasi, al di là della missione di conservazione che resta la nostra priorità, devono svolgere anche una funzione sociale aperta all’esterno», è il primo commento di Antonio Canu, direttore WWF Oasi che per oltre trent’anni, dal 1987, è stato il responsabile nazionale. «Questo appuntamento, che quest’anno raddoppia con la concomitanza della Giornata Mondiale, è un’occasione di festa. In questa circostanza saranno aperte anche le Oasi che solitamente non sono fruibili al pubblico per motivi di conservazione e tutela. In alcune aree dobbiamo stare molto attenti all’impatto antropologico. Ma queste iniziative hanno sempre avuto una missione didattica, di conoscenza, che è una funzione fondamentale della nostra organizzazione. Ovviamente apriremo adottando una serie di regole e attenzioni».
L’iniziativa pone l’accento sull’urgenza di proteggere e rigenerare gli ambienti naturali, uno dei pilastri della Campagna WWF ReNature Italy, lanciata quest’anno con l’obiettivo di recuperare i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta e tutelare efficacemente il nostro capitale naturale a beneficio delle generazioni attuali e future, arrestando e invertendo la curva di perdita di biodiversità. È anche l’occasione per ricordare come le aree protette dal WWF siano uno dei più grandi progetti di conservazione che l’Associazione svolge dal 1966: le oltre 100 Oasi distribuite nel territorio nazionale hanno contribuito a tutelare luoghi, ecosistemi, flora e fauna e introdotto milioni di adulti e bambini alla conoscenza della natura, migliorando il rapporto con l’ambiente.
Sarà possibile assistere alla liberazione di animali guariti dopo essere stati costretti a lunghi ricoveri nei Centri di recupero per animali selvatici (CRAS), autentici ospedali della biodiversità che si trovano all’interno o in prossimità delle Oasi. Da oltre 30 anni, infatti, il WWF si occupa della cura degli animali selvatici in difficoltà, attraverso una rete di CRAS che accolgono migliaia di esemplari, a volte appartenenti a specie rare e minacciate, con l’obiettivo di offrire loro le migliori cure che possano consentire il successivo reinserimento in natura. Gli animali ricoverati nei CRAS sono spesso vittime di episodi di bracconaggio, oppure riportano traumi da impatto con autoveicoli od ostacoli come finestre e cavi dell’alta tensione. Insieme ad essi anche gli esemplari appena nati che necessitano di particolare accudimento e costante alimentazione.
Vi sono, poi, alcuni animali non più rilasciabili in natura, che vengono collocati in apposite aree aperte al pubblico che si possono visitare con la guida di esperti. Alle iniziative di educazione e informazione spesso si affiancano anche attività di vera e propria ricerca scientifica sulle specie di maggior interesse conservazionistico in collaborazione con università e centri di ricerca. La rete WWF dei Centri di recupero della fauna selvatica è attualmente composta da tre CRAS ubicati nelle Oasi di Vanzago (Milano), Valpredina (Bergamo) e Penne (Pescara), un centro a Polesella (Rovigo) più un Centro di recupero per la fauna selvatica ed esotica a Semproniano (Grosseto). Ad essi si aggiungono i centri di Policoro (Matera), Molfetta (Bari), Torre Guaceto (Brindisi) e Capo Rizzuto (Crotone), specializzati nel recupero di tartarughe marine.
Dalla storica Oasi di Burano a quella di Miramare, che è stata anche la prima area marina protetta in Italia, tutte le Oasi WWF svolgono un ruolo centrale per difendere la natura, fare educazione e promuovere uno sviluppo sostenibile. «E tutte hanno una storia da raccontare», sottolinea Canu. «Vanno coinvolti tutti i cittadini ma in particolare i giovani, ecco perché sin dagli anni Ottanta abbiamo favorito la nascita di cooperative sociali per la gestione dei siti. Prendo l’esempio di Penne: là una coop è nata grazie all’Oasi e poi è diventata una grande realtà, con un numero di occupati molto importante. Importante anche l’esempio del progetto dell’Oasi del Cervo e della Luna, a Monte Arcosu (compresa tra la Città Metropolitana di Cagliari e la provincia del Sud Sardegna): insieme alla Fondazione Domus de Luna, abbiamo coinvolto nella gestione dell’Oasi molte persone delle categorie più fragili. Dialogare con le comunità locali, poi, è fondamentale perché ci possono essere importanti attività collaterali che sviluppano un indotto notevole. Si parte sempre dalla salvaguardia dell’ambiente e della natura in tutte le sue forme, ma si può fare sistema con progetti virtuosi che danno occupazione e benessere sociale».
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