Welfare
Italia, meno 42% le persone accolte negli ultimi 3 anni: l’emergenza che non c’è
L'organizzazione ActionAid e Openpolis, come ogni anno, hanno chiesto al Viminale l’accesso ai dati per la piattaforma di monitoraggio Centri d’Italia, ottenendoli con fatica. Al Parlamento ancora non sono state presentate le relazioni annuali del Ministero sull’accoglienza del 2020 e 2021. A partire dai dati, un’emergenza migranti nel nostro Paese non c’è. È il sistema dell’accoglienza a operare in maniera emergenziale, dato che 7 migranti su 10 sono accolti in centri straordinari
di Redazione
Le istituzioni continuano ad essere reticenti nel rilasciare i dati sull’accoglienza delle persone straniere in Italia, rallentando il processo verso una piena trasparenza e quindi una valutazione dei risultati delle politiche attuate. ActionAid e Openpolis, negli ultimi anni, hanno denunciato la mancanza di dati esaustivi, aperti e accessibili su un fenomeno che, oltre a riguardare direttamente la vita di migliaia di persone ospiti nei centri, torna periodicamente al centro del dibattito politico e pubblico, spesso purtroppo oggetto di strumentalizzazioni. La mancanza di informazioni da parte delle istituzioni che gestiscono il sistema di accoglienza in Italia ha costretto ActionAid e Openpolis a inoltrare 24 tra istanze di accesso ai dati, richieste di riesame o di chiarimenti, e ricorsi in sede giurisdizionale avviati dall’aprile 2020 al giugno 2022.
Il lavoro di raccolta e analisi dei dati ha dato vita a Centri d’Italia, la prima piattaforma di monitoraggio di tutti i centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia, lanciata lo scorso febbraio da ActionAid Italia e Openpolis.
Negli ultimi tre anni le persone accolte in Italia sono diminuite del 42%. A partire dai dati, un’emergenza migranti nel nostro Paese non c’è. È il sistema dell’accoglienza a operare in maniera emergenziale, dato che 7 migranti su 10 sono accolti in centri straordinari. Grazie al lavoro di analisi svolto sappiamo che tra il 2018 ed il 2020 si è passati da una capienza di 170.000 persone a 100.000, sono stati chiusi oltre 3000 centri e che a pagare lo scotto maggiore sono stati i centri piccoli che hanno perso migliaia di posti. Però, il dato più importante è che, nonostante i numeri esigui di ospiti raccolti con maggiori dettagli nell’ultimo report dal titolo L’emergenza che non c’è, l’accoglienza è in emergenza non a causa del numero delle persone accolte, quanto piuttosto della modalità di gestione del sistema. Nel 2015 oltre il 70% delle persone venivano accolte nel sistema emergenziale a discapito del sistema ordinario. Nel 2021, nonostante il numero di persone accolte sia nettamente inferiore, questa percentuale è rimasta pressoché invariata.
“All’alba di una nuova campagna elettorale dobbiamo evitare il rischio che l’accoglienza torni ad essere terreno di speculazioni politiche basate su dati parziali, utilizzati in maniera ambigua e difficilmente verificabili. È necessario che il Ministero dell’Interno predisponga una volta per tutte il rilascio periodico di dati esaustivi e soprattutto che rispetti quanto stabilito dalla legge presentando la relazione al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno. Il Parlamento ha il diritto di esigere dal Ministero dell’interno il rilascio di dati esaurienti, aggiornati ed affidabili riguardanti il sistema di accoglienza. Solo attraverso numeri reali si possono arginare strumentalizzazioni e propaganda securitaria” spiega Cristiano Maugeri, Programme Developer Area Migrazioni ActionAid.
Rilasciati dati “parziali” dal Viminale per il 2021. Lo scorso giugno ActionAid e Openpolis hanno chiesto al ministero dell’interno i dati relativi ai centri di accoglienza attivi nel 2021. Nonostante la richiesta fosse, nella forma e nella sostanza, del tutto analoga a quelle inoltrate precedentemente (e accolte in virtù della sentenza del Tar), il ministero ha inizialmente negato i dati relativi ai centri aperti sul territorio nazionale lo scorso anno. Non senza sorpresa, le due organizzazioni hanno quindi preso atto del diniego, avviando un’interlocuzione con il Viminale, che fortunatamente è terminata lo scorso 13 luglio con l’invio dei dati sulle strutture al 31 dicembre 2021. Tuttavia, per stessa comunicazione del ministero, non si tratterebbe di dati completi. Infatti, i dati “potrebbero fornire una rappresentazione parziale” perché ancora in fase di consolidamento per la “relazione annuale sul funzionamento del sistema di accoglienza”, un documento che deve essere presentato alle camere entro il 30 giugno di ogni anno, con il fine di illustrare al Parlamento l’utilizzo delle risorse finanziate nell’anno precedente.
Una mancanza di informazioni grave perché ad oltre un anno dalla scadenza dei termini (il 30 giugno 2021) per la presentazione al parlamento della relazione 2020, sulla pagina dedicata sul sito web della camera l’ultima relazione disponibile è addirittura quella relativa ai dati del 2019.
Il Ministero dell’Interno continua ad essere reticente nel rilasciare i dati sul sistema di accoglienza dei rifugiati e delle persone richiedenti protezione internazionale, rallentando il processo verso una piena e compiuta trasparenza, e quindi una conseguente valutazione dei risultati delle politiche da parte della società civile e, in generale, della popolazione. Leggi il report L’emergenza che non c’è.
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