Non profit
Ucraina, bilancio PagoPa: 650mila euro raccolti e nuove ong
L'applicazione della società pubblica partecipata dal Mef, da fine marzo, ha convogliato la generosità di molti italiani verso sei organizzazioni non profit impegnate nell'area di guerra: Croce rossa, Avsi, Cesvi, Soleterre, Save the Children e Unhcr. La raccolta continua e la platea delle realtà impegnate si allarga ad ActionAid, Intersos, Msf e Unicef Italia
Eppure si muove. La burocrazia made in Italy, dopo decenni di corpo a corpo col cittadino, comincia a mostrare di poterne essere l’alleata. È il caso della Società PagoPA, responsabile dell’app dei servizi pubblici IO e dell'omonima piattaforma dei pagamenti digitali, interamente controllata dal ministero dell’Economia e della Finanza – Mef e vigilata da Palazzo Chigi.
Gli italiani avevano da poco cominciato a usarla per gestire le vaccinazioni anti-Covid, per pagare bolli auto e mense scolastiche che, col conflitto in Ucraina, è arrivata la possibilità di donare. Con pochi clic, dall’applicazione o dalla piattaforma, già dalle prime settimane di emergenza, si poteva donare a Croce rossa, Avsi, Cesvi, Save the children, Soleterre e l’Agenzia Onu per i rifugiati. È di oggi, invece, la notizia che, perdurando l’emergenza ucraina, l’iniziativa prosegue e si allarga ad altre quattro nuove organizzazioni umanitarie: ActionAid, Intersos, Medici senza frontiere e Unicef Italia, ergo si arriva a 10.
“L’esperienza resta invariata”, spiega una nota di PagoPa, “con grande sempliciti di uso e senza commissioni in caso di pagamento con carte di credito, debito o prepagate dei circuiti supportati, sarà possibile devolvere interamente l’importo prescelto a una o più campagne di raccolta fondi delle organizzazioni presenti all’interno della funzionalità dedicata alle donazioni su app e piattaforma”. Fin a oggi i risultati sono stati più che lusinghieri: in poco più di tre mesi, dal lancio dell’iniziativa, lo scorso 24 marzo, attraverso le due piattaforme sono stati donati complessivamente circa 650 mila euro (qui l'accesso alla piattaforma).
“In questa speciale circostanza”, osservano dalla società del Mef, “dato il contesto di emergenza straordinaria, PagoPa ha voluto offrire un asset tecnologico, già noto e consolidato per efficientare il sistema dei pagamenti verso la Pubblica amministrazione, anche a sostegno di progetti umanitari, mostrando un concreto esempio di come il digitale possa essere un potente strumento al servizio dei diritti delle persone. Il valore dell’iniziativa, in particolare sul fronte della raccolta continuativa di micro-donazioni, è sottolineato anche da alcune delle organizzazioni umanitarie coinvolte sin qui”.
Soddisfatte, comprensibilmente, le organizzazioni beneficiate.
“Dall’inizio del conflitto ad oggi”, spiega il vicepresidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro – i nostri volontari hanno fornito un forte supporto alla popolazione ucraina. Penso alle attività di assistenza, alle missioni di evacuazione che hanno interessato centinaia di persone fragili, e alle circa 1.000 tonnellate di beni di prima necessità consegnate. Gli aiuti provenienti dal nostro Paese sono stati molti, anche grazie al sostegno della piattaforma digitale PagoPa, e tutti utili. I tanti contributi”, prosegue Valastro, “ci hanno permesso, tra l’altro, di realizzare un hub logistico di oltre 1.000 mq a Suceava (Romania), per lo stoccaggio delle merci. Stiamo lavorando per l’apertura di ospedali da campo vicino a Kiev. Vogliamo continuare ad essere presenti accanto a chi soffre, rispondendo sia ai bisogni umanitari di chi è rimasto in Ucraina, sia alle necessità dei profughi che cercano asilo oltre confine”. –
Gli fa eco Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi. “Dopo essere intervenuti con tempestività ai confini dell’Ucraina (in apertura, la foto di un dormitorio di Leopoli assistito dalla ong, ndr), in Polonia e Romania”, racconta, “e all’interno dell’Ucraina stessa fin dal primo giorno dello scoppio del conflitto, ci siamo resi conto che non potevamo non affrontare l’enorme richiesta di aiuto giunta anche nel nostro Paese e che era importante creare un collegamento con la grande disponibilità e solidarietà dimostrata da tantissime. È nata così l’idea di metterci in rete, soggetti diversi, per coordinarci, unire le forze e rispondere al meglio a questa nuova sfida. Vogliamo ringraziare PagoPa, partner prezioso in questa grande operazione, per essere al nostro fianco e dare la possibilità a tutti coloro che vogliono sostenere il nostro operato di essere insieme per proteggere e assistere i rifugiati e gli sfollati ucraini”.
Soddisfazione anche a Bergamo, quartier generale di Cesvi dove, Roberto Vignola, vicedirettore generale della Fondazione racconta come il supporto ricevuto sia stato importante: “Siamo stati in grado di intervenire tempestivamente nella crisi Ucraina operando da subito all’interno del paese ma anche nell’accoglienza di donne e bambini nei Paesi di confine come la Romania, la Polonia e l’Ungheria”, sottolinea aggiungendo come il modelle Cesvi “dinamico, tipico di una ong italiana che da sempre ha agito in contesti emergenziali non con modelli precostituiti ma con soluzioni tailor-made per affrontare e risolvere problematiche specifiche, ci ha consentito di realizzare interventi di aiuto tempestivi con un approccio che parte dai bisogni delle persone, dei territori, dalla collaborazione con la società civile e le istituzioni locali”.
Con le donazioni arrivate via PagoPa, Soleterre è intervenuta, anche in Ucraina, come fa anche in Italia, ossia sostenendo bambini colpiti da grave patologie. Lo rammenta Damiano Rizzi, il presidente della fondazione. “La guerra”, dice, “non solo distrugge l’economia e lo sviluppo sociale, ma anche i legami familiari, con effetti catastrofici sul benessere mentale della popolazione civile, in particolare quella più. Proviamo quindi a immaginare cosa prova un bambino ucraino che è anche stato colpito da tumore. Per questo”, prosegue Rizzi, “a una settimana dagli attacchi su Kiev, abbiamo organizzato la più grande evacuazione medica di bambini oncomalati attraverso 17 voli medicalmente assistiti. E dall’Italia continuiamo ad assicurare l’invio di farmaci per assistere gli oltre 2.000 bambini ricoverati nei 6 ospedali con cui collaboriamo”.
E di bambini si è occupata, come fa in tutto il mondo, anche Save the children. Ovviamente le donazioni arrivate attraverso applicazione e piattaforma, sono state importanti. “Continuano ad essere milioni i bambini e le bambine vittime di questa guerra senza senso che hanno perso la vita, sono stati feriti, hanno dovuto assistere a violenze che nessuno dovrebbe vedere, sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e il proprio Paese”, ricorda Giancarla Pancione, direttrice marketing e fundraising di Save the children. Pancione aggiunge che la ong “sta lavorando all’interno dell’Ucraina e nei paesi limitrofi fornendo assistenza salvavita, come cibo e acqua, denaro e spazi sicuri ai bambini e alle famiglie. PagoPa è un partner prezioso per noi, che ha consentito in questi mesi a tantissime persone di dare il proprio contributo in un grande slancio collettivo e alla nostra Organizzazione di rafforzare il proprio intervento. Perché ogni guerra è una guerra contro i bambini”.
È l’Agenzia delle Nazioni unite per rifugiati, l’Unhcr, ma da tempo si è abituata a lavorare con le aziende: “Dal 24 febbraio a oggi”, sottolinea la direttrice raccolta fondi, Laura Iucci, “sono oltre 5 milioni e 600 mila le persone in fuga dal conflitto in Ucraina che sono state registrate come rifugiati, mentre 6,2 milioni sono sfollate all’interno del Paese. Siamo di fronte a un’emergenza umanitaria colossale e senza precedenti nella storia recente europea. Ci teniamo a ringraziare PagoPa”, aggiunge, “per aver messo a disposizione le sue piattaforme digitali per raccogliere fondi per questa grave crisi umanitaria. Per noi è prezioso poter contare su una piattaforma pubblica di questo livello, affidabile e usata quotidianamente da milioni di cittadini, grazie alla quale possiamo disporre di risorse aggiuntive fondamentali che ci permettono di intensificare le nostre operazioni di protezione e assistenza a beneficio di migliaia di rifugiati e sfollati”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.