Economia
Cooperazione sociale, nuove generazioni e valore del lavoro
Secondo l’indagine condotta da Aiccon più del 40% dei giovani cooperatori sociali collega la propria valorizzazione alla possibilità di costruirsi una carriera. Inoltre dalla survey emerge come i giovani mettano al primo posto un ambiente di lavoro sano e positivo che valorizza le relazioni, seguito dalla possibilità di un’adeguata conciliazione dei tempi di vita/lavoro
di Redazione
Quello che stiamo vivendo è un momento di profondi cambiamenti all’interno del mondo del lavoro che vede anche trasformazioni nell’universo della cooperazione sociale. Ed in questo contesto Aiccon Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit ha voluto indagare il rapporto tra i giovani cooperatori sociali under 35 e il tema del lavoro.
Tre le dimensioni approfondite dalla ricerca:
- il compenso economico unitamente al legame tra senso e motivazione del proprio ruolo;
- la funzione strategica della formazione;
- le prospettive inerenti il desiderio di carriera.
«Per accompagnare il cambiamento in una logica sempre più inclusiva abbiamo bisogno dell’apporto delle nuove generazioni e questa survey rileva le aspirazioni e la legittima domanda di protagonismo dei giovani cooperatori sociali», spiega il presidente di Aiccon, Stefano Granata.
Dallo Short Paper di Aiccon “Il lavoro come opera” (qui la pubblicazione) emerge come le nuove generazioni vedano il lavoro in quanto “produttoria” fra compenso e senso, due fattori rilevanti che si rafforzano vicendevolmente evidenziando l’unitarietà delle due dimensioni. Tra gli aspetti più significativi della survey, si evidenzia che i giovani cooperatori mettono al primo posto un ambiente di lavoro sano e positivo che valorizza le relazioni tra colleghe e colleghi, seguito dalla possibilità di un’adeguata conciliazione dei tempi di vita/lavoro e dall’offerta di un compenso economico adeguato. In particolare, sottolinea una nota, il compenso acquista una rilevanza crescente se osservato in un’ottica di lungo periodo, in quanto i giovani appaiono essere disposti ad iniziare un percorso lavorativo senza dare priorità allo stipendio, con la consapevolezza però che esso diventa un elemento decisivo nel proseguo del percorso lavorativo poiché imprescindibile per un lavoro considerato di qualità e per la realizzazione della propria vita personale.
I dati raccolti evidenziano poi le forti motivazioni intrinseche che spingono i giovani a scegliere la cooperazione sociale come ambiente di lavoro, quali l’aspirazione al cambiamento e il forte desiderio di essere protagonisti della trasformazione sociale.
«Sul tema del lavoro occorre passare dalla diagnosi alla terapia rendendo la domanda di cambiamento e di lavoro per i giovani il punto su cui fondare la strategia del futuro», sottolinea Paolo Venturi, direttore Aiccon.
Secondo la maggior parte dei partecipanti alla survey la formazione viene considerata il fattore più strategico per favorire l’immaginazione di nuove traiettorie di sviluppo utili al settore. Da un lato risulta evidente il riconoscimento di un continuo processo di specializzazione che richiede conoscenze crescenti e sempre aggiornate, dall’altro viene posta la necessità di ideare percorsi formativi capaci di indirizzare i giovani fin dall’inizio della loro carriera universitaria. Da qui il bisogno di interrogarsi anche sulla capacità del settore della cooperazione sociale di rendersi attrattivo agli occhi dei più giovani ed evitare il posizionamento come “settore di ripiego”, affermandosi invece quale una tra le principali possibili destinazioni per avviare una propria carriera lavorativa.
Dai dati emerge infatti come per più del 40% dei rispondenti, la possibilità di costruirsi una carriera all’interno del settore cooperativo rappresenti una priorità. Segnale di una spiccata ambizione che sottintende sia la disponibilità ad assumersi responsabilità, sia l’essere dotati di un significativo livello di intraprendenza. Questo tratto chiama inoltre in causa il tema dello sviluppo non solo di competenze tecniche e specialistiche, quanto anche quello di una nuova cultura imprenditoriale giovanile e della volontà dei giovani di prendere parte ai concreti processi decisionali.
In apertura photo by Jason Goodman on Unsplash
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.