Economia

Uscire dalla crisi? Più interventi e investimenti alle cooperative

Nell'assemblea ordinaria dei soci di Cfi-Cooperazione Finanza Impresa, con cui la finanziaria ha festeggiato i suoi 35 anni, è stato presentato il Bilancio 2020 da cui emerge la resilienza delle imprese cooperative

di Redazione

Nell’anno in cui il Paese ha sperimentato la peggiore recessione mai conosciuta in tempo di pace, con una caduta consistente del Pil, degli investimenti, del consumo e del reddito disponibile delle famiglie, le imprese cooperative partecipate da Cfi non sono certo immuni dalla crisi, ma si dimostrano resilienti e presentano importanti punti di forza che le rendono capaci di intercettare i fattori e le opportunità di ripresa. È quanto emerge dal Bilancio 2020 approvato nell'assemblea ordinaria dei soci di Cfi-Cooperazione Finanza Impresa.

Un’assemblea in cui la società – oggi unica finanziaria partecipata e vigilata dal Mise che ha lo scopo di promuovere la nascita e lo sviluppo di imprese cooperative – ha celebrato i suoi 35 anni di vita, presentando gli importanti risultati raggiunti nel corso dell’esercizio che si è appena concluso. Risultati che enfatizzano ulteriormente il ruolo di un investitore istituzionale specializzato come Cfi nel supporto all’economia mutualistica, chiamato a operare per accorciare la distanza tra le imprese cooperative e le risorse finanziarie indispensabili al loro sviluppo.

Investimenti di Cfi del 2020

Durante il 2020 il Consiglio di amministrazione ed il Comitato esecutivo hanno deliberato 55 nuovi interventi (contro i 31 interventi del 2019) per 13,2 milioni di euro, di cui 2,2 come partecipazione al capitale sociale, 4,9 come prestiti subordinati 1,1 come finanziamenti a medio lungo termine, 1,9 come finanziamenti a tasso agevolato della ‘Nuova Marcora’ e, infine, 3,1 milioni per la nuova attività riguardante i finanziamenti agevolati per la cooperazione della Regione Basilicata. Il valore medio degli interventi è aumentato, passando dai 172.000 euro del 2019 ai 240.000 euro del 2020.

Al netto dei 14 interventi effettuati con i fondi della Basilicata, le 41 delibere rimanenti hanno riguardato le regioni del Nord per il 57%, le regioni del Sud per il 23% e le regioni del Centro per il 20%. Le tipologie di intervento sono state principalmente il sostegno alle operazioni di Wbo (per il 66%), lo sviluppo di imprese partecipate (per il 31%), e per la parte residua operazioni di consolidamento e sostegno allo start-up di nuove imprese cooperative.

Oltre ai nuovi interventi, la società ha deliberato moratorie, facilitazioni ed agevolazioni alle imprese già partecipate per ulteriori 14,9 milioni di euro. Alla chiusura dell’esercizio gli investimenti complessivi della società a sostegno dello sviluppo delle imprese cooperative partecipate hanno raggiunto il valore di 77,2 milioni di euro, di cui 63 con risorse proprie e 14,2 attraverso l’impiego di Fondi di terzi in gestione (Mise e Regione Basilicata).

La “nuova” Cfi

Nel corso del 2020 è stato ampliato significativamente il campo d’azione della finanziaria Marcora. Da un lato, prevedendo un suo ruolo diretto nell’attuazione di misure agevolative nazionali e regionali e individuandola come soggetto deputato a fornire assistenza tecnica ai tavoli di crisi aperti presso il Mise. D’altro canto, il 2020 ha visto il rilevante rifinanziamento del Fondo della “Nuova Marcora, per ben 45 milioni di euro e la completa riscrittura di questo regime d’aiuto per renderlo ancora più rispondente ai bisogni delle imprese cooperative. Cfi prevede di realizzare nel periodo maggio-dicembre 2021 tra i 55 e i 60 interventi, oltre ai 7 già deliberati nel primo quadrimestre, per un importo di 20 milioni di euro. Nel periodo 2021-2022 si ipotizzano impieghi complessivi per 40 milioni di euro.

«Il bilancio del 2020 chiude 35 anni di vita di Cfi», commenta il Presidente, Mauro Frangi, «E li chiude all’insegna della crescita. Crescita degli impieghi realizzati a supporto dello sviluppo delle imprese cooperative partecipate e, quindi, dell’occupazione che esse garantiscono. Ma, ancora di più, crescita del ruolo riconosciuto ed attribuito alla società e, quindi delle sfide cui è chiamata».

«Nuove sfide», conclude l’amministratore delegato di Cfi Camillo De Berardinis, «cui la società intende rispondere con il piano di attività 2021/2022 che prevede importanti interventi e investimenti. La riflessione avviata e le proposte presentate nascono dalla consapevolezza che i nuovi compiti affidati a Cfi richiedano non solo un adeguamento del modello organizzativo ma anche un cambio di passo e un diverso approccio gestionale».

Nel corso dell’Assemblea è intervenuta la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico con delega alla cooperazione, Anna Ascani che ha ricordato il «ruolo cruciale che Cfi ha avuto e avrà nei prossimi anni». «Il lavoro di Cfi – ha sottolineato Ascani- è stato ed è prezioso soprattutto in questo particolare momento storico. Il Wbo è una delle strade più importanti per fare in modo che la conduzione delle imprese sia positiva e che valorizzi le imprese rigenerate dai lavoratori. Il sostegno più importante dato da Cfi – ha concluso la sottosegretaria – non è solo quello finanziario, ma anche di non far sentire soli i lavoratori e di affiancarli nel rischio di impresa».

Secondo il copresidente dell’Alleanza delle cooperative Italiane, Maurizio Gardini, «bisogna riconoscere che Cfi rappresenta un modello virtuoso di sostegno alle imprese». «Cfi- ha affermato Gardini- ha dimostrato di conoscere come sono fatte le cooperative, come si promuovono e come si sostengono. I risultati conseguiti nel 2020 e le sfide per il 2021 ci riempiono di orgoglio ma anche di responsabilità”. “Non siamo la risposta esclusiva in questo momento- ha concluso Gardini- ma abbiamo l’ambizione di sostenere pezzi di economia diventati fragili con l’emergenza sanitaria ed economica».


Foto di Gerhard Bögner da Pixabay

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