Volontariato
Amélie Poulain favolosa, forse troppo
Amélie protagonista della pellicola di Jean-Pierre Jeunet
E’ davvero favolosa la storia di Amélie Poulain: produzione europea dagli incassi hollywoodiani, sceneggiatura che non può lasciare indifferente il cuore di nessun spettatore, un?attrice, Audrey Tautou, star a sorpresa che veste alla perfezione i panni della protagonista. La pellicola di Jean-Pierre Jeunet davvero ha pochi difetti. La storia di Amélie Poulain, ragazzina di Montmartre, orfana di madre e con un padre in ogni senso lontano, è una favola ?urbana? in ogni senso: perché collocata nel contesto di una metropoli del 2000, con le sue violenze e i suoi cinismi. Ed è ?urbana? pure nel senso della pulizia di una protagonista cui il buon cuore fa andare tutto bene anche quando tutto sembra scivolare verso il disastro. Ad ?Amélie jolie?, al suo sorriso che per le due ore del film è capace di riempire il cuore di ogni spettatore, si può imputare una sola colpa, quella di non essere un personaggio reale. Con la sua grazia intatta di adolescente sembrerebbe essere la reincarnazione di uno dei grandi personaggi di Robert Bresson. Purtroppo non è così. Mouchette e le sue sorelle erano personaggi veri che continuavano a vivere e a scuotere anche dopo il film. Amélie è la creatura di una favola, che si dissolve con delicatezza appena le luci si riaccendono.
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