Cultura
Biologico: prezzi alti bloccano export
Lo rivela l'ente di certificazione Suolo e Salute. Ottima, comunque, la qualità.
Troppo alti il prezzi dell’olio biologico. Lo rivela la newsletter di Suolo e Salute, associazione di promozione dell’agricoltura naturale nonché ente di certificazione autorizzato.
«La domanda di olio bio italiano all’estero resta bassa», scrive Suolo e Salute, «perché, secondo gli operatori stranieri, il prezzo è troppo alto». L’ente si riferiscer «a un’indagine Ismea-Pragma sull’extravergine italiano, realizzata presso un gruppo di responsabili della grande distribuzione europea. L’olio italiano è ritenuto il migliore, anche se il prezzo, insieme alla puntualità nelle consegne, è il principale fattore negativo anche per il prodotto convenzionale».
A livello qualitativo però gli oli bio ottengono ottimi risultati. «Nella guida ‘L’extravergine 2002’ dell’Umao, l’Unione mediterranea degli assaggiatori di olio. Su 292 extravergini segnalati, oltre 70 sono certificati bio», spiega Suolo e Salute.
Buona la presenza di aziende controllate da Suolo e Salute. L’azienda Leopoldo Vaccaro di Cotronei (Kr) è risultata prima assoluta nella categoria ‘Fruttato intenso’. Ci sono poi: la Fattoria San Fabiano di Arezzo; l’azienda Bucci di Ostra Vetere (An); il Frantoio Serafini di Cartoceto (Ps); l’azienda Maria Rosa Sacco di Carpino (Fg); l’azienda Raffaele Bova di Amaroni (Cs); l’azienda biologica IAMI di Castronovo di Sicilia (Pa); l’azienda agrobiologica Rosso di Chiaramonte Gulfi (Rg).
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