Sostenibilità

“Non solo miele”, a Serdiana una comunità si apre al territorio

La Collina è stata fondata nel 1995 da don Ettore Cannavera, un prete che ha speso la sua vita per gli ultimi. Ora parte un corso di apicoltura per giovani con precedenti penali, migranti e cittadini del territorio. Opportunità di lavoro ma anche un modo per aprirsi al mondo in un'ottica di piena integrazione. Il ruolo del Comune

di Luigi Alfonso

Una Comunità che fa da collante in un territorio che si sta scoprendo ricco di idee e iniziative oltre che di risorse ambientali. La Collina, fondata nel 1995 in uno straordinario contesto paesaggistico nel cuore del Parteolla a cinque minuti d’auto da Serdiana (un paese di 2.680 anime a 30 chilometri da Cagliari), è luogo d’incontro per antonomasia. Con il progetto “Non solo miele” si appresta a spalancare le porte a un corso di apicoltura che da una parte offrirà nuove opportunità di lavoro e dall’altra consentirà di fare un salto di qualità dal punto di vista tecnico e professionale a quanti si cimentano da tempo in questa attività, talvolta senza avere tutte le necessarie competenze. In queste dolci vallate da anni si coltiva con successo un vigneto che dà ottimi vini.

«Questo progetto – spiega Roberto Coraddu, promotore dell’iniziativa e coordinatore delle attività formative – è nato sull’onda dei buoni risultati ottenuti negli ultimi 10 anni con corsi analoghi, in altre località della Sardegna. Numerosi Comuni, a cominciare da quello di Serdiana, hanno dato il loro patrocinio. Alla Collina, nello specifico, sarà facile portare avanti un discorso del genere. Vogliamo fare in modo che le persone lavorino con le api in maniera responsabile e consapevole, comprendendo l’importanza di denunciare le arnie e le famiglie che esse contengono. Proveremo poi a innescare un ragionamento che conduca gli operatori locali a costituirsi in cooperative, per attivare un processo virtuoso».

Per don Ettore Cannavera, fondatore della Comunità e prete che ha speso la sua vita per gli altri, «questa è una grande occasione per aprirsi ad accogliere, in stretto rapporto con il territorio in cui operiamo. Non siamo un’entità isolata, men che meno in un periodo così difficile fatto di chiusure fisiche e psicologiche. La pandemia ci ha costretti a modificare radicalmente le nostre abitudini, anche da un punto di vista organizzativo. Ora abbiamo l’opportunità di mettere in relazione con gli esterni sia i nostri ragazzi che provengono da esperienze di detenzione, sia alcuni dei migranti che ospitiamo in altre strutture sparse nell’area metropolitana di Cagliari: uno di loro è arrivato da noi minorenne dopo essersi salvato miracolosamente dal naufragio di un barcone proveniente dall’Africa. Ora ha 18 anni e deve costruirsi un futuro che gli auguriamo sereno. Integrazione, condivisione, confronto culturale e interreligioso: sono le peculiarità di questo corso che speriamo sia il primo di una lunga serie».

«L’iniziativa – sottolinea Maurizio Cuccu, sindaco di Serdiana – punta a coinvolgere la comunità La Collina per creare opportunità di lavoro. Ha perlomeno due declinazioni: una sociale e una ambientale. Quest’ultima si lega alla vocazione del nostro territorio, che ha spiccate connotazioni agricole. Sfrutteremo le migliori professionalità della zona, per integrare l’iniziativa con la realtà del nostro paese. La nostra è un’Amministrazione giovane (la Giunta comunale ha un’età media di 38 anni, ndr) che è alla sua prima esperienza, e guarda con grande interesse a una dimensione ecocompatibile. Abbiamo una serie di prodotti enogastronomici di grande pregio, cerchiamo di valorizzarli in tutti i modi in un’ottica di sviluppo sostenibile. Non a caso siamo tra i pochi paesi sardi che siedono al tavolo dello specifico Forum nell’ambito dell’Agenda 2030 dell’ONU».

Fabio Pinna, assessore comunale all’Ambiente e all’Agricoltura, precisa che «il corso avrà dai 20 ai 25 partecipanti e durerà tre mesi. Partiremo a maggio. Nel frattempo stiamo cercando di intercettare i finanziamenti comunitari, statali e regionali che riguardano lo sviluppo sostenibile. Abbiamo tanti progetti da avviare nei prossimi mesi, dalla Casa dell’Acqua alle colonnine elettriche da installare in tutto il territorio comunale. Ovviamente puntiamo alla valorizzazione delle nostre imprese del settore enogastronomico (questa è la seconda realtà vitivinicola della Sardegna, dopo quella di Alghero, ndr). Vogliamo riportare la gente all’agricoltura, ci sono molti terreni incolti che aspettano giovani dotati di energie e voglia di lavorare, possibilmente nel segno dell’innovazione tecnologica. Con l’attuale penuria di lavoro, molte persone stanno seriamente pensando di rimettersi in gioco. E noi cercheremo in tutti i modi di affiancarli e sostenerli».

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