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Infermieri, ecco la ricetta per l’emergenza

Emanato dal governo per l’emergenza infermieri, un “vuoto in corsia” che le stime Ocse valutano intorno alle 90mila unità, il decreto legge è stato convertito in legge

di Benedetta Verrini

La legge n. 1/2002, di conversione al decreto 402, adotta una serie di interventi per risolvere la carenza di personale sanitario esplosa in tutta la sua gravità proprio nel corso del 2001. Tra questi sono previsti un nuovo slancio alla formazione universitaria e specialistica; il richiamo in servizio di personale in pensione; la possibilità di effettuare prestazioni aggiuntive in regime di libera professione; l?assunzione di infermieri stranieri; la creazione di una nuova figura ausiliaria, l?operatore professionale di area sanitaria. «Il riconoscimento della validità dei titoli conseguiti prima della riforma universitaria è uno dei punti più qualificanti della legge» sottolinea Annalisa Silvestro, «perché consentirà l?accesso di tutti gli infermieri (e dei diplomati in altre professioni sanitarie e degli assistenti sociali) ai corsi di laurea specialistica. L?aver messo tutti sullo stesso piano rappresenta un riconoscimento delle professionalità acquisite e un incentivo a specializzarsi sempre di più». Silvestro sottolinea come la leva della formazione universitaria di alto livello può ridare appeal a una professione che i giovani e le famiglie italiane vedono ancora come una scelta di ?basso profilo?, incapace di gratificare ambizioni professionali. «Le altre misure previste nella legge non sono risolutive» prosegue, « ma richiederanno un intenso cammino di rilancio da parte del governo» Il richiamo del personale in pensione e le prestazioni libero professionali saranno realizzabili solo fino al 31 dicembre 2003 e limitatamente alle risorse finanziarie disponibili nelle singole Regioni, a norma dell?art. 39 della l. 449/1997. «Il rischio di perdere omogeneità nella gestione dell?emergenza esiste» dice Silvestro, richiamando la ?sofferenza? delle risorse sanitarie di alcune Regioni. «Il richiamo di chi si trova in pensione da non oltre cinque anni mi sembra una misura interessante, ma non credo che consentirà il recupero di molto personale. Anche le prestazioni aggiuntive rese in regime di libera professione non possono che essere una misura temporanea, e certamente non potranno andare oltre le capacità di recupero psico-fisico della persona». L?assunzione di personale straniero (cui non è posto il limite temporale del 31 dicembre 2003, ma solo quello finanziario) è visto in modo positivo dai collegi professionali: «collaboriamo con il ministero per verificare che i titoli acquisiti siano sovrapponibili a quelli italiani, ma fino a ora si è giunti ad appena 3mila validazioni». La legge ha infine chiarito i contorni dell?operatore di area sanitaria, che tanti timori aveva suscitato nella categoria che temeva un abbassamento dei livelli di professionalità: «Il ministro della Salute emanerà un decreto per definire i requisiti necessari e i corsi di formazione» spiega la Silvestro. «Diventeranno ausiliari del personale infermieristico per tutte quelle attività di supporto al malato o all?anziano che riguardano il lavarsi, il mangiare, l?essere accompagnato in bagno e altro ancora. Questo consentirà agli infermieri di dedicarsi interamente a quelle attività di pianificazione della terapia e di supporto ai medici che davvero appartengono alla loro sfera di competenza».


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